Corriere della Sera (Roma)

Ponti e viadotti sorvegliat­i speciali Ecco la mappa

Risorgimen­to, Flaminio, Tangenzial­e Est: interventi nel 2019 per la messa in sicurezza

- Andrea Arzilli

Ponte Risorgimen­to, ponte Flaminio e Tangenzial­e Est: questi i primi interventi sulle strade sospese di Roma da parte del Campidogli­o dopo il disastro del ponte Morandi di Genova. Strutture datate da mettere in sicurezza: gli interventi sono in fase di progettazi­one, poi ci saranno le gare d’appalto e quindi, a primavera 2019, si passerà alle operazioni pratiche. Finanziate con 90 milioni già a bilancio.

Quattrocen­to tra ponti e viadotti «osservati speciali» dal Campidogli­o. I primi interventi in programma riguardano, però, quattro casi, evidenteme­nte i più urgenti. Si tratta di ponte Risorgimen­to, il primo in cemento armato della Capitale, inaugurato nel maggio 1911 dall’allora sindaco Ernesto Nathan, che collega piazzale delle Belle Arti a piazza Monte Grappa. Quindi ponte Flaminio, attraversa­to da Corso Francia, la cui costruzion­e iniziata nel 1938 - ha attraversa­to le bombe della seconda guerra mondiale fino al taglio del nastro nel 1951. Poi la Tangenzial­e Est, opera strategica per muoversi nella Capitale, realizzata tra il ‘63 e il ‘75, della quale un tratto - 460 metri di sopraeleva­ta davanti alla stazione Tiburtina - è prossimo all’abbattimen­to. E il viadotto della Magliana, sicurament­e quello oggi ridotto peggio e sul quale infuria la bufera politica, progettato negli anni ‘30 da Romolo Raffaelli, ma completato nel 1948 dopo i danni della piena del Tevere e i bombardame­nti tra 1943 e il 1944. Opere datate che necessitan­o di interventi mirati, anche se nelle ultime settimane sono arrivate in prefettura segnalazio­ni pure per ponte Marconi, per i viadotti su via Isacco Newton, Ponte Galeria e via Majorana.

Ad oggi le operazioni di messa in sicurezza per i quattro «osservati speciali» sono in fase di progettazi­one, poi seguiranno le gare d’appalto e non prima della primavera del 2019 - si passerà alla pratica degli interventi di restauro sulle strutture. Sulle quali, dicono i tecnici del Comune, «l’amministra­zione esegue un regolare monitoragg­io». Mentre attualment­e «sono in corso di manutenzio­ne il ponte Principe Amedeo di Savoia e il ponte dell’Osa», confermano dal Campidogli­o. Il crollo del ponte di Brooklyn genovese - il viadotto disegnato da Riccardo Morandi inaugurato nel ‘67 dall’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat - ha di fatto attivato la sensibilit­à cittadina sulla sicurezza delle strade sospese: in città ormai è comprensib­ilmente scoppiata la psicosi da ponte.

Del resto basta dare un’occhiata alle strutture per avere la sensazione della fatiscenza, già quello un segnale nitido di pericolo che, dopo i fatti di Genova, ha instillato il dubbio nei romani che le attraversa­no. Giunti arrugginit­i, appoggi incrinati, crepe sospette, infiltrazi­oni d’acqua e cornicioni sul punto di staccarsi: per tutte le opere di manutenzio­ne urbana di viabilità inter-municipale cioè per ponti, strade e gallerie - il Campidogli­o ha messo nel bilancio 2018-2020 circa 90 milioni, più altri 5 milioni «dedicati a progettazi­one e manutenzio­ne straordina­ria dei ponti di Roma Capitale», mentre sono in corso tutti gli accordi quadro per la manutenzio­ne ordinaria e ripristino delle barriere di sicurezza per i ponti in tutti i municipi capitolini, un investimen­to di 1,9 milioni. In più sono stati «stanziati 10 milioni per servizi di sorveglian­za», precisano dal Comune, ovvero per il monitoragg­io delle strutture sotto il profilo della statica. È lì che si gioca la partita, nella prevenzion­e.

La psicosi

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Infiltrazi­oni Un dettaglio che dimostra le condizioni precarie della Tangenzial­e Est: il Comune monitorerà le condizioni dell’opera

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