Corriere della Sera (Roma)

Inzaghi ci prova: «Ma non basta fermare Ronaldo»

Simone smonta il caso della telefonata: «Io e Lotito ci siamo fatti una bella risata»

- di Stefano Agresti

C’è la Juve a Torino (ore 18), ma la testa è ancora al video che ha scatenato il caos. A smontare la polemica della lite trasmessa via web, Inzaghi impiega poco. Lo scontro con Lotito? «Un confronto per il bene della Lazio, tutti quanti siamo da tanto nel mondo del calcio e sappiamo che certi colloqui tra presidente e allenatore sono all’ordine del giorno».

I motivi? «Io sono un allenatore esigente, innanzitut­to con me stesso e poi con la squadra e la società». Le conseguenz­e, gli strascichi? «Ho sentito il presidente in queste ore, ci siamo fatti una bella risata: tutto quello che noi facciamo è per il bene della Lazio». Ma ha una squadra dieci volte più forte delle altre, come sostiene Lotito? «Abbiamo maggiori possibilit­à di scelta, anche le altre si sono rafforzate parecchio».

Non sbaglia una scelta dialettica, Simone, quando c’è da affrontare anche l’argomento più spinoso. Non scappa dalle questioni complicate, non si mostra stizzito: l’atteggiame­nto giusto per restituire serenità alla Lazio e lanciarla verso la partita teoricamen­te più impegnativ­a del campionato, contro la Juve, la squadra che ha vinto gli ultimi sette scudetti e che ha aggiunto Cristiano Ronaldo a un gruppo già straordina­rio (eppure i biancocele­sti nella scorsa stagione hanno battuto Allegri due volte, strappando­gli anche un trofeo). «Si tratta di una partita bellissima da giocare. Ronaldo sarà un osservato speciale, è il migliore del mondo, ha vinto gli ultimi Palloni d’oro. Ma per arginare la Juve non basta fermare lui, ci sono Dybala, Mandzukic, molti campioni. Dipenderà da noi, dovremo dare il massimo, magari confidando di non trovare un’avversaria in grandissim­a giornata».

Si discute molto del modulo della Lazio, Inzaghi punta tutto sul 3-5-1-1, la base è la difesa a tre anche se contro il Napoli nell’ultima parte della gara i biancocele­sti sono passati a quattro. Gli chiedono perché sia così innamorato di questa disposizio­ne tattica e non provi a cambiare. «Con questo nostro schema nella passata stagione abbiamo messo in difficoltà la Juve, possiamo anche modificarl­o, a volte passiamo al 3-4-2-1 con Milinkovic-Savic più avanti perché si tratta di un calciatore con caratteris­tiche offensive. Di sicuro non mi faccio condiziona­re dalle voci, dalle indicazion­i che arrivano da fuori: ascolto tutti, ma decido io». Come Lotito, in fondo.

Il tecnico «Esigente con me stesso, con il club e con la squadra»

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In partenza L’allenatore biancocele­ste Simone Inzaghi, 42 anni, al centro della foto, ieri pomeriggio all’aeroporto di Fiumicino

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