Corriere della Sera (Roma)

MILLE BATTAGLIE, GRAZIE

- Di Paolo Conti

Con la scomparsa di Maria Antonelli Carandini, morta ieri a 92 anni, la storia della tutela del patrimonio romano perde un importante capitolo. Fu lei, nel 1955, a fondare la sezione romana di Italia Nostra (ricordava ieri una nota proprio della sezione) con intellettu­ali di irripetibi­le livello: Antonio Cederna, Leonardo Benevolo, Desideria Pasolini dall’Onda, Tito Staderini, Giorgio Luciani e un Carlo Ripa di Meana ancora ragazzo. Energie uscite dal Dopoguerra che combatteva­no una speculazio­ne edilizia troppo spesso indifferen­te alla Storia della città. Sorella dell’archeologo Andrea, figlia di Nicolò e di Elena Albertini, si è sempre ritagliata uno spazio intellettu­ale autonomo investendo intelligen­za, cultura, energie, carattere, capacità organizzat­iva nella sezione romana e nelle tante battaglie condotte soprattutt­o a fianco di Antonio Cederna: il centro storico e le grandi ville pubbliche, ma anche le periferie, il complesso tessuto urbanistic­o. Quando morì Cederna fu naturale la sua succession­e alla presidenza. Ebbe nel marito Giacomo Antonelli, grande avvocato romano, allievo di Cesare Tumedei, a sua volta presidente della Fondazione Camillo Caetani, scomparso nel 2015, un alleato. Dal 2011 era presidente onoraria di una sezione romana che oggi, senza la sua tempra e la sua lezione quotidiana fatta di tenacia e di inflessibi­lità, non sarebbe quella che è. Un addio e un grazie per le battaglie vinte, e anche per quelle perse.

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