Corriere della Sera (Roma)

L’addio a Carlo e Valentina «Maledetta tragedia, almeno ci sia giustizia»

Torpignatt­ara, folla di parenti e amici della coppia uccisa in Calabria dal torrente

- di Valeria Costantini

Uniti nell’arte e nel desiderio di rendere la città più bella. Uniti anche nel giorno dell’addio Carlo Maurici e Valentina Venditti, la coppia romana travolta dal torrente in piena in Calabria. L’ultimo saluto ieri alla chiesa di Torpignatt­ara: gli amici chiedono che si accerti la verità sulla tragedia.

Uno accanto all’altra nel loro ultimo viaggio. Nessuno ha voluto separarli, Carlo Maurici e Valentina Venditti, insieme nella vita come nel giorno dell’addio. Dodici anni di amore e poi quella nuova avventura, questa volta in Calabria, dove la giovane coppia romana ha trovato la morte.

Insieme, di nuovo, mentre il torrente Raganello scatenava la sua furia contro di loro. Sorridono nella foto dello striscione che colora il guardrail della via Casilina, davanti la chiesa dei Santi Marcellino e Pietro a Torpignatt­ara, dove amici e parenti li hanno salutati. Sorridono anche nell’ultimo selfie, inviato alla «zia» Luisa, poche ore prima della tragedia nel Parco del Pollino: «Guardi quanto erano belli, Carlo aveva perso il papà ed era sempre a casa nostra», racconta tra i singhiozzi. È il momento più toccante della cerimonia quando proprio la lettera di suo figlio Johnatan letta dal papà Giuseppe - ricorda l’amico e fratello e «quelle notti trascorse a colorare di vita Roma».

Carlo Maurici in arte «Gesta Future», era uno street artist fin da giovanissi­mo. Oggi i suoi bellissimi murales colorano Torpignatt­ara: uno illumina l’asfalto proprio davanti la chiesa delle sue esequie. «Restiamo umani», invita una delle sue opere. E il parroco don Mendes la cita nell’omelia come il «segno luminoso della sua presenza nella comunità». Carlo resta nel suo quartiere e con lui il suo messaggio. «Le strade di Roma erano le arterie, noi il sangue - ricorda Johnatan, descrivend­o i 25 anni di amicizia -. Per la gente eravamo anarchici, ribelli e forse lo eravamo. Partivamo di notte e giravamo la città con il rischio di farci prendere. Ma tu non hai mai tradito i tuoi sogni, hai sempre seguito i tuoi progetti, le tue speranze».

E da anni ormai Carlo portava in giro per il mondo la sua passione per le bombolette spray insieme a Valentina, condividev­a tutto con lei, fotografa specializz­ata nell’immortalar­e la scena rap della Capitale. In tanti tra i cantanti romani l’hanno salutata con affetto sui social. Volevano rendere giustizia attraverso l’arte a Torpignatt­ara, borgata periferica, ma vivace della città: Carlo e Valentina uniti anche nel dolore per i troppi lut- ti vissuti, per i genitori persi per entrambi troppo presto. «Ci hanno lasciato la loro amicizia, i loro valori - ricorda nell’omelia padre Mendes -. Ora ci chiedono di restare umani, di vedere negli altri i nostri fratelli».

Al funerale anche il vicesindac­o Luca Bergamo, colpito dalla voglia di Carlo e Valentina di «migliorare lo spazio di vita delle persone nei quartieri con maggior disagio». «Hanno donato a tutti un pezzo di loro stessi. - sottolinea l’assessore -. Ci sarà modo di raccontare la loro storia, tra le iniziative per la promozione dell’arte contempora­nea». «Eri la bambina più coraggiosa: è assurdo morire così - si sfoga l’amica di infanzia di Valentina, Emanuela Micillo -. Chiedo che, se ci sono responsabi­lità delle istituzion­i, queste vadano accertate». Commosso e potente l’applauso che accompagna i feretri fuori dalla chiesa. Il dolore devastante non cancella la voglia di giustizia.

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(Foto Panegrossi-LaPresse) Lacrime Lo struggente saluto di una parente alla coppia travolta dal torrente nel Pollino
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Torpignatt­ara Il dolore di parenti e amici che hanno dato l’ultimo saluto a Carlo e Valentina (foto Panegrossi-LaPresse)

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