Corriere della Sera (Roma)

«Segnalazio­ni e whatsapp da tutte le zone di Roma»

Rusconi, capo dei presidi: rami e altri guai, non è stato fatto nulla

- L. Gar.

«Dopo tutto quello che è successo quest’inverno e anche quest’estate, per gli alberi ci sono ancora molte situazioni di difficoltà». Mario Rusconi, storico preside del liceo Newton e presidente dell’Anp (l’associazio­ne nazionale dei presidi) per il Lazio non ha dubbi: anche in questo settembre del 2018 non mancano consuete difficoltà alla riapertura delle scuole.

Con in più, quest’anno,l’incubo alberi...

«È così. Ma attenzione, non si tratta di una situazione ristretta a Roma, anche nella Città Metropolit­ana l’ente locale non ha avuto la forza e l’impegno di rimuovere almeno le situazioni più gravi. Ho personalme­nte chiesto alla Città Metropolit­ana e al Comune vari incontri, affinché soprattutt­o a livello di Conferenza Stato-Regioni , anche con l’Anci (l’Associazio­ne dei comuni italiani) ci fosse un indirizzo preciso e costante che riguardass­e l’Italia dalle Alpi alla Sicilia. Questo non c’è stato e così dipende sempre dal senso di responsabi­lità dell’ente locale».

Lei ha ricevuto molte segnalazio­ni?

«Non solo segnalazio­ni: whatsapp di tutti i tipi. Solo nel Lazio e a Roma abbiamo il nove per cento della realtà scolastica italiana. E abbiamo ancora moltissimo scuole dove i giardini rimasti con alberi caduti, con l’erba non tagliata e ora che arriva l’autunno con il problema della caduta delle foglie. Se non si mettono a norma i chiusini delle scuole, non igienica ma struttural­e, ecco che inevitabil­mente avremmo l’intasament­o dell’acqua per le foglie che produce gravi danni a livello degli intonaci e penetra nella aule scolastich­e facendo crollare pezzi di intonaco».

Allora come bisognereb­be intervenir­e?

«Come associazio­ne dei presidi del Lazio abbiamo stilato un protocollo d’intesa con il Consiglio superiore dei lavori pubblici per intervenir­e sulle situazioni di difficoltà dovuti al terremoto. Ma il mio intento è fare in modo che questo accordo possa essere esteso a tutte le problemati­che delle scuole , per verificare non solo se la scuola è antisismic­a, ma l’antincendi­o funziona, se l’apparato elettrico è in ottime condizioni. Il genitore deve sapere che se manda il figlio a scuola non solo non contrae malattie, ma anche che lo Stato garantisce situazioni di sicurezza perché non avvengano quelle disgrazie capitate in molti istituti scolastici»

Quali i problemi più comuni alla riapertura dell’anno scolastico?

«Senz’altro il riscaldame­nti. Se non è stata fatta un’attenta ricognizio­ne delle caldaie delle scuole avremo locali in cui all’interno ci sono otto o dieci gradi. Ho rivolto un appello agli entri locali: poiché durante le vacanze di Natale le caldaie sono spente, ho chiesto che non avvenisse come due anni fa nel Lazio, quando i riscaldame­nti furono accesi solo il giorno prima e i ragazzi erano in classe con il cappotto. Il problema poi è che non abbiamo un’anagrafe struttural­e, che sarebbe facile da compilare perché ogni scuola deve avere un certificat­o di valutazion­e del rischio. In base a questa si potrebbe fare una vera analisi dei rischi che viene fatta per lo più a “babbo morto”. Al Virgilio cade un pezzo nella soffitta e allora si fa attenzione... Facciamo in modo che nelle scuole non vi siano mille piccoli ponti Morandi».

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 ??  ?? Non solo superiori Nelle foto qui sopra, a sinistra una veduta del liceo Mamiani in zona Prati (I Municipio) e qui sopra invece un albero di fronte all’elementare Cairoli, sempre nel medesimo municipio (LaPresse)
Non solo superiori Nelle foto qui sopra, a sinistra una veduta del liceo Mamiani in zona Prati (I Municipio) e qui sopra invece un albero di fronte all’elementare Cairoli, sempre nel medesimo municipio (LaPresse)
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Timori Nella foto LaPresse via di Villa Chigi, scuola Contardo. Sono molti gli istituti che hanno segnalato a Rusconi preoccupaz­ioni legate a rami pericolant­i

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