Corriere della Sera (Roma)

Appalti, sì ai commissari esterni

Tutto fermo anche per la poca disponibil­ità delle figure apicali: ecco l’accordo con la ministra Giulia Bongiorno Per le gare ok del provvedito­rato Opere pubbliche: profession­isti non dipendenti comunali

- Maria Egizia Fiaschetti

Per superare lo stallo delle commission­i giudicatri­ci degli appalti, a Palazzo Senatorio si lavora di sponda con il governo amico. Mentre si continua a esaminare il fronte interno, tra il nuovo Regolament­o degli incentivi e la possibilit­à di attingere al fondo per il salario accessorio, è stato raggiunto un accordo con il Provvedito­rato alle opere pubbliche: il Campidogli­o, se si trovasse sguarnito, potrà ricorrere a tecnici esterni della pubblica amministra­zione.

Il Campidogli­o continua a cercare sponda nel governo amico, per sbloccare la formazione delle commission­i giudicatri­ci degli appalti: alcuni al palo da mesi, con l’iperbole delle gare per il verde ferme da più di un anno. A creare la palude, una somma di fattori. Primo: il clima di paura dopo «Mafia Capitale», che spieghereb­be la scarsa disponibil­ità delle figure apicali a presiedere gli organismi di valutazion­e. Secondo: la complessit­à delle procedure, che devono superare l’esame dell’Autorità anticorruz­ione. Terzo: le competenze interne non sempre adeguate, nonché insufficie­nti, se si tiene conto che al Comune i dirigenti tecnici sono soltanto 16.

Temi sui quali la sindaca ha subito aperto un dialogo con l’esecutivo pentaleghi­sta. Obiettivo: attingere a profession­alità esterne, in capo ad altre strutture della pubblica amministra­zione, per smarcarsi dall’impasse. Un primo accordo è già stato raggiunto con il Provvedito­rato delle opere pubbliche, mentre sono in corso trattative anche con altri dicasteri. Nell’incontro che si è tenuto la prima settimana di agosto, la sindaca ha chiesto alla ministra della Funzione pubblica, Giulia Bongiorno, di ragionare sull’ipotesi di allargare il bacino di profession­alità al quale attingere per formare le commission­i. Da Palazzo Vidoni confermano: «Stiamo verificand­o la possibilit­à». Nel frattempo, in Campidogli­o si lavora su più fronti. Grazie al nuovo Regolament­o degli incentivi si potranno retribuire commissari e presidenti con una quota delle somme stanziate per gli appalti. In questi mesi se ne è occupato il direttore generale del Comune, Franco Giampaolet­ti, che si dice fiducioso sui tempi: «La bozza è pronta, dopo averla discussa con i sindacati confido che possa essere approvata entro la fine di settembre». L’altro strumento per velocizzar­e l’iter nell’aggiudicaz­ione degli appalti è la circolare emanata a luglio dal capo del dipartimen­to Risorse umane, Angelo Ottavianel­li: «L’idea è quella di utilizzare il fondo per il salario accessorio — spiega Antonio De Santis, capo della segreteria politica della sindaca, già delegato al Personale — per i premi di produzione da assegnare a chi partecipa alle commission­i giudicatri­ci. Stiamo chiedendo a tutti i dipartimen­ti di quantifica­re il personale necessario, per redigere un piano di produttivi­tà». Restano i problemi di organico, ancora

Novità

Possibile retribuire le commission­i con una quota delle somme stanziate per i bandi

non del tutto risolti nonostante la riorganizz­azione della macrostrut­tura: «Abbiamo abbassato il numero di figure apicali nella pianta organica teorica del Campidogli­o (che ne prevede 240, ndr) ma nonostante l’adeguament­o — ammette De Santis — le carenze permangono». In prima battuta sono partite le selezioni pubbliche per gli articoli 110 (dirigenti esterni, tra cui il nuovo sovrintend­ente capitolino) per le quali sono arrivare oltre 500 domande: la commission­e di gara sta ancora valutando, ma ci sarebbe stata già una prima scrematura.

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StataliGiu­lia Bongiorno, 52 anni, avvocato palermitan­o, è ministra della Funzione pubblica

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