Corriere della Sera (Roma)

«Ridurre la natalità? Idea poco efficace»

Diminuire la natalità dei roditori? Rosario Fico: flop su vasta scala

- di Margherita De Bac

«Mi sembra un piano senza efficacia. Quella della sterilizza­zione è un’idea antica. Da almeno vent’anni i migliori gruppi di ricerca veterinari­a del mondo stanno cercando la soluzione per diminuire la natalità. Finora nessun risultato apprezzabi­le». Rosario Fico, direttore del centro di referenza di medicina forense veterinari­a dell’istituto zooprofila­ttico di Lazio e Toscana, ha seguito con interesse la proposta di Edgar Meyer, responsabi­le del benessere animale.

Perfino i ratti hanno un fascino. I sistema di riprodursi caratteris­tico della specie. Si moltiplica­no fino a diventare decine di milioni se c’è cibo. Quando invece non possono contare sull’alimentazi­one la natura provvede a fermare il meccanismo. Si chiama «strategia erre».

Ecco perché al momento l’unica arma per controllar­e la crescita di una popolazion­e così sgradita è limitare la presenza di spazzatura in strada. Senza più mezzi di sostentame­nto i nostri ospiti si ritirerebb­ero senza bisogno di ricorrere a sterilizza­zione o uccisioni.

Rosario Fico, direttore del centro di referenza di medicina forense veterinari­a dell’istituto zooprofila­ttico di Lazio e Toscana, ha seguito con interesse e poca convinzion­e la proposta di Edgar Meyer, responsabi­le del benessere animale dell’assessorat­o all’Ambiente del Campidogli­o. Fermare i ratti con gli anticoncez­ionali. Dottor Fico che ne pensa?

«Mi sembra un piano senza efficacia. Quella della sterilizza­zione è un’idea antica. Da almeno vent’anni i migliori gruppi di ricerca veterinari­a del mondo stanno cercando la soluzione per diminuire la natalità. Finora nessun risultato apprezzabi­le. Ci sono stati diversi fallimenti, soprattutt­o si è vista la difficoltà di intervenir­e su vasta scala».

E allora?

«L’unica strategia efficace è togliere di mezzo i rifiuti. I cittadini devono capire che se abbandonan­o l’immondizia per strada favoriscon­o l’avanzata dei ratti. Non se la devono prendere poi con i servizi pubblici che non raccolgono».

Perché la sterilizza­zione è impraticab­ile?

«Innanzitut­to il prodotto anticoncez­ionale dovrebbe arrivare alle femmine feconde, condizione che in questi roditori è già presente prima dei 30 giorni di vita. Quindi immaginiam­o la quantità di sostanze e la rapidità con cui dovrebbero essere somministr­ate».

Quali altri problemi?

«Gli anticoncez­ionali dovrebbero essere finalizzat­i all’uso su questa specie ed essere smaltiti in modo che quando i ratti muoiono non ne resti traccia altrimenti potrebbero essere assunti da altri animali. La molecola dovrebbe insomma non danneggiar­e l’ecosistema. L’esca attraverso cui somministr­are il farmaco deve risultare solo appetibile ai nostri nemici metroppoli­tani e non a cani e gatti. Vede quanti ostacoli?».

E le derattizza­zioni?

«Non servono, gli esemplari uccisi vengono immediatam­ente sostituiti dai nuovi nati. Oltretutto resta il pericolo della velenosità dei prodotti per altri animali. Quelli a base di anticoagul­anti, che interferis­cono con la coagulazio­ne del sangue, composti da una sostanza amara il Vitrez per evitare eventuali ingestioni da parte dell’uomo, ha fatto tante vittime fra i cani per i quali il sapore non è abbastanza amaro da dissuaderl­i a farne un boccone».

Lei è veterinari­o forense. Perché si occupa di questi problemi?

«Proprio in quanto molti cani muoiono per avvelename­nto da bustine per ratti. Noi dobbiamo individuar­e le sostanze implicate».

Cosa suggerisce?

«L’equazione é semplice. Pochi rifiuti uguale pochi ratti. Le città che hanno insistito su questa politica magari interrando i cassonetti hanno vinto la battaglia».

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 ??  ?? Immondizia Nella foto qui sopra un’immagine d’archivio del Colosseo, con i rifiuti abbandonat­i a poche centinaia di metri dall’Anfiteatro. A sinistra, invece, un topo nelle strade intorno a Castel Sant’Angelo
Immondizia Nella foto qui sopra un’immagine d’archivio del Colosseo, con i rifiuti abbandonat­i a poche centinaia di metri dall’Anfiteatro. A sinistra, invece, un topo nelle strade intorno a Castel Sant’Angelo
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La trappolaIl problema dei topi in una illustrazi­one del gennaio 1900. L’immagine proviene dalla collezione Hulton Archive (Getty Images)

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