I sampietrini fatti con i rifiuti L’idea che salva una fabbrica
Frosinone, un progetto innovativo della Saxa Gres rilancia un’azienda in crisi
Trasformare una fabbrica a Roccasecca, in provincia di Frosinone, che produceva sanitari, in una che sforna sampietrini in gres porcellanato fatti anche con ceneri (non inquinanti) prodotte dalla combustione dei rifiuti urbani. Senza perdere neanche un posto di lavoro.
È questa l’idea innovativa di Francesco Borgomeo, 50 anni, presidente di Saxa Gres, imprenditore molto attivo nei processi industriali di riqualificazione e riconversione, che è partito da un principio: «In Europa, ormai, trovare le pietre di qualità è pressoché impossibile, le cave trattate con la dinamite sono vietate e quindi siamo obbligati a importare dal Sud Est asiatico anche le pietre con cui pavimentiamo le nostre strade». Pensate che il prodotto scelto dal Comune di Roma, per la fornitura di sampietrini, viene dalla Thailandia. «Abbiamo fatto un progetto complesso – spiega Borgomeo -. La trasformazione del sito è radicale: prima produceva sanitari, ora valorizzando tutti i lavoratori, produrremo con un brevetto rivoluzionario, un sampietrino in gres porcellanato, fatto con il 25/30% di ceneri dei rifiuti urbani. Con questo materiale saranno rivestiti i marciapiedi del futuro nelle aree urbane in tutto il mondo».
Al centro c’è il principio dell’economia circolare che «è uno stimolo a mettere in impasti prodotti innovativi – osserva -. Dopo tre anni di ricerca, abbiamo scoperto che il materiale inertizzato finisce per essere un prodotto finale di ottima qualità. E il materiale del futuro è proprio il “grestone”». Idea che nessuno prima aveva avuto. In pratica l’impianto che tratta rifiuti a San Vittore del Lazio, di proprietà dell’Acea, produce ceneri che con costi molto alti finiscono per essere smaltite
in discarica. Con questa trasformazione della fabbrica in provincia di Frosinone le ceneri finiranno nell’impasto dei sampietrini «che esteticamente sono identici alle pietre dure delle cave in Cina», ricorda l’imprenditore.
Complessivamente l’investimento previsto è di 40 milioni di euro, il 50% cofinanziati da Invitalia e Regione Lazio. Nei lavori di ristrutturazione della fabbrica saranno recuperati i forni per la ceramica, ma sarà completamente rivoluzionato l’intero sito per un innovativo ciclo. L’avvio della produzione è previsto alla fine di quest’anno per arrivare a regime nel secondo semestre del 2020. «Saremo in grado di produrre 2 milioni di metri quadrati di sampietrini per arredo urbano – precisa Borgomeo -. I nostri principali clienti vengono dal Nord Europa, soprattutto tedeschi».
Se le previsioni verranno confermate, «l’indotto garantirà un enorme sviluppo, anche occupazionale – auspica il manager -. Secondo i nostri calcoli inizieremo da 15 mila fino a 300 mila tonnellate di materiale in ingresso l’anno, mille al giorno. Sarà una fabbrica unica al mondo, che permetterà anche un grande sviluppo al territorio». Tutto il progetto, però, ha rischiato di impantanarsi per colpa della burocrazia. I sindacati, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, Unindustria, il prefetto di Frosinone, Invitalia e l’ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda hanno unito le forze dando una grossa mano alla Saxa Gres: «Senza Calenda non avremmo mai salvato i posti di lavoro e avremmo finito per investire in Germania - precisa Borgomeo -. Così, invece, abbiamo recuperato l’azienda e l’abbiamo ricollocata sul mercato».
Brevetto Le pietre dure sono composte dal 30% di scarti inceneriti