Corriere della Sera (Roma)

Per Fortuna che c’è Wallace, l’unica consolazio­ne di Inzaghi

- Marco Calabresi

Wallace, di cognome, fa Fortuna. Ma l’ultima cosa che poteva sperare era quella di trovarsi davanti il più forte di tutti nel giorno della prima partita stagionale. Cristiano Ronaldo, però, non solo non ha segnato, ma è andato a sbattere contro un muro, che se Luiz Felipe non si fosse fatto male contro il Napoli (l’italo-brasiliano, che potrebbe presto essere convocato da Mancini in Nazionale, spera di ritornare per il derby del 29 settembre) se ne sarebbe rimasto seduto in panchina, come era accaduto una settimana prima nel debutto casalingo contro il Napoli.

Wallace, nelle gerarchie di Inzaghi, era finito dietro e l’unico ballottagg­io sembrava potesse essere quello con Bastos per il ruolo di primo cambio di Luiz Felipe. Chissà che la grande prova del brasiliano all’Allianz Stadium non cambi le gerarchie.

«Dopo la sosta, avremo un tour de force tra campionato e Europa League - ha ripetuto Inzaghi dopo i k.o. contro Napoli e Juve -. E avrò bisogno di tutti». Compreso Wallace, la cui prestazion­e non è passata inosservat­a neanche in Brasile: a GloboEspor­te, l’ex centrale del Monaco ha raccontato l’emozione di aver marcato CR7. «Durante la partita si è infastidit­o perché ho fatto uno o due falli su di lui. Sembrava arrabbiato con me, ma poi si è quasi scusato. E il fatto che parliamo entrambi portoghese ha reso tutto più facile. Si è persino congratula­to per la mia prestazion­e». Wallace ha preso la palla al balzo e ha chiesto la maglia a Ronaldo: richiesta accettata, così a fine gara il difensore si è trovato il prezioso cimelio tra le mani. «La metterò in una cornice, e non lascerò che nessuno la tocchi».

Wallace, per una settimana intera, ha studiato i movimenti del portoghese (Inzaghi e il suo staff confeziona­no delle clip che vengono recapitate direttamen­te negli smartphone dei giocatori), e non si è fatto trovare impreparat­o: «In molti dicevano che contro di lui non avrei potuto fare nulla e che non sarei neanche stato in grado di prendere il pallone. Ma questa cosa mi ha fatto bene, mi ha motivato, e mi ha messo in testa l’idea di dover fare una partita perfetta. E, anche se abbiamo perso, è stata un’esperienza incredibil­e».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy