Corriere della Sera (Roma)

Frosinone, la nuova sfida di Stirpe «Contro il calcio degli egoisti»

«Dico sempre a Lotito: abbiamo una visione diversa dello sport»

- Stefano Agresti

Presidente Stirpe, il Frosinone ha conquistat­o il primo punto del campionato: siete in A per restarci, stavolta.

«Crediamo di avere costruito una squadra che può competere per la salvezza. L’abbiamo rinnovata molto, c’è bisogno di tempo perché i vecchi si integrino con i nuovi. E serve anche un po’ di fortuna». Non ne avete avuta? «Troppi problemi fisici: Gori, Paganini, Daniel Ciofani, Dionisi. Così tutto è più complicato. Ma restiamo fiduciosi: vogliamo rimanere stabilment­e in A».

Con buona pace di Lotito, che domenica affronterà nel derby: non voleva le piccole città come la vostra.

«Dovrà rassegnars­i, o almeno lo spero: vorrà dire che ce l’abbiamo fatta a dare continuità al nostro progetto. Siamo pronti: abbiamo le infrastrut­ture, il pubblico, i programmi».

Dopo la famosa telefonata anti Frosinone e Carpi, ha fatto pace con Lotito?

«Ci salutiamo, parliamo. Ma le divergenze rimangono e sono profonde, perché abbiamo una visione completame­nte differente del calcio e dello sport. Di recente ci siamo confrontat­i – diciamo così – in merito al legame tra serie A,BeCe al rapporto di complement­arietà che deve esistere. Da anni mi batto perché la B abbia maggiori risorse, così aumenta la competitiv­ità di quel torneo, con benefici anche per la A. Ma lui quei soldi non vuole darli».

Così le società promosse dalla B retrocedon­o subito.

«Per avere una speranza devi rifare la squadra: il dislivello tra i due campionati è enorme. Ma anche all’interno della A le risorse dovrebbero essere distribuit­e in modo più equo, come in Premier. Là può vincere il Leicester perché le ultime prendono quasi gli stessi soldi delle prime. In Italia, oggi, è impossibil­e che ci sia un altro Verona, campione nel 1985. Non a caso da sette anni prevale la stessa squadra».

Lotito non è solo nella sua battaglia.

«Tutti i club importanti sono preda dell’egoismo, mancano di una visione ampia. Arriverà un giorno in cui il prodotto calcio perderà di valore e capiranno cosa hanno combinato».

Domenica, però, il Frosinone sfiderà la Lazio da una posizione di classifica migliore.

«Non scherziamo: quella è una grande squadra, una delle prime cinque. È ancora a zero punti ma ha affrontato Napoli e Juve, due top club. Per noi sarà una gara difficilis­sima, come al debutto con l’Atalanta».

A Bergamo avete perso nettamente.

«Me lo aspettavo: loro sono forti e se n’è accorta anche la Roma. Ma con il Bologna c’è stato già un progresso».

Vi aiuterà Campbell, il fiore all’occhiello del mercato?

«È giovane, si è messo in luce in Grecia, nell’Olympiacos, ma i tifosi italiani credo lo ricordino bene: è stato lui, con Costarica, a metterci fuori dai Mondiali nel 2014. È motivato, ci puntiamo molto».

C’è invece chi ha rifiutato il Frosinone. Lapadula, ad esempio.

«Alcuni giocatori faticano ad accettare una neopromoss­a: la vedono come una società di passaggio, destinata a retroceder­e. Comprensib­ile, in fondo».

Il Frosinone, però, vuole invertire questa tendenza.

«Attraverso lo stadio, il centro sportivo e il lavoro sul vivaio: solo così possiamo farcela. E ci riusciremo».

La strategia

«Stadio di proprietà, centro sportivo e cura del vivaio: solo così possiamo restare in A»

La politica

«Le risorse vanno distribuit­e come in Premier, ma le «big» non vogliono saperne»

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Il duello dei presidenti Maurizio Stirpe, 60 anni, e Claudio Lotito, 61

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