E alle 13 la Lazio in Europa League
Stesso avvio nel ‘96-97: «Poi finimmo quarti»
Non è normale che la Lazio abbia perso le prime due partite di campionato, al punto che negli ultimi trent’anni è capitato appena altre due volte, entrambe benauguranti: dieci anni fa, con Delio Rossi in panchina, i biancocelesti alla fine arrivarono terzi (e parteciparono alla Champions, l’unica dell’era Lotito); nel 1996-97 si piazzarono al quarto posto, dopo avere sostituito Zeman con Zoff. Era una squadra che studiava da grande, quest’ultima, per certi versi la base di quella che avrebbe poi conquistato lo scudetto: c’erano Nedved e Signori, Casiraghi e Rambaudi, Negro e Favalli, un giovanissimo e già debordante Nesta. Il portiere era Luca Marchegiani.
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Ex portiere L’importante è ritrovare Milinkovic e Luis Alberto
Marchegiani, ci sono analogie tra quella sua Lazio e questa?
«Poche, mi sembra. La nostra era una squadra abbastanza misteriosa: eravamo partiti con tante novità, era arrivato Nedved ma nessuno sapeva cosa potesse darci, ci accompagnavano molti dubbi. Adesso è tutto diverso».
Le sembra che non ci siano dubbi nella Lazio?
«Se ce ne sono, possono riguardare la condizione di alcuni calciatori, non la rosa che in gran parte è la stessa della scorsa stagione. E poi il nostro calendario era stato differente rispetto a oggi».
Molto più semplice, il vostro.
«Perdemmo a Bologna e poi in casa contro l’Udinese, sconfitte inattese. Adesso la Lazio ha trovato Napoli e Juventus, due avversarie fortissime: la situazione non è grave come viene dipinta».
Inzaghi ha bisogno di ritrovare alcuni giocatori di spessore, a cominciare da Milinkovic-Savic.
«L’unica vera incertezza riguarda proprio questo: la capacità o meno degli uomini decisivi di ripetersi ai livelli della scorsa stagione. Penso a Sergej, certo, ma anche a Luis Alberto e allo stesso Immobile. Ciro ha segnato un grande gol con il Napoli però nella scorsa stagione ne ha fatti 41. Si confermeranno tutti e tre? Se succederà, la Lazio sarà protagonista».
Può lottare per la Champions?
«Può provarci, ma non è facile. L’Inter si è rafforzata molto ed è arrivato anche il Milan a competere lassù. C’è maggiore concorrenza ora».
Nemmeno il litigio telefonico tra Lotito e Inzaghi peserà?
«Quello conta zero. Si tratta di normale dialettica tra presidente e allenatore, l’unica differenza è che stavolta è venuta fuori la registrazione».
Si parla molto delle scelte tattiche di Inzaghi: una soluzione può essere il cambio di modulo?
«Non mi sembra che questo sia un problema, non c’è da cambiare schema, semmai da modificarlo a partita in corso in alcune circostanze più di quanto non è stato fatto in passato».
Strakosha è stato uomo mercato, per lui si è parlato anche di Liverpool prima di Alisson: è in progresso?
«Un po’ è cresciuto, un po’ deve crescere. Però ha grandi qualità e contro la Juve mi è piaciuto, non solo per la parata su Ronaldo. Non è ancora uno da grandissima squadra: può diventarlo».