Vigile: un boato, io salvo perché ero nel gabbiotto
Campidoglio, nuovo choc il giorno dopo il cedimento del tetto
Erano dentro il gabbiotto in via del Monte Tarpeo, di fronte all’ingresso del Comando generale della polizia municipale: «All’improvviso abbiamo sentito un botto forte - raccontano il vigile e la vigilessa -. Ci siamo girati e abbiamo visto un blocco di cemento che ci veniva addosso. È caduto di colpo, si è diviso, frantumato in più parti e alcuni pezzi sono rimbalzati contro la porta del gabbiotto».
Un altro crollo a ridosso del Foro romano. Pietre che rotolano giù dalla Rupe Tarpea, sotto il Campidoglio. Il luogo dal quale nell’antica Roma venivano gettati di sotto i traditori condannati a morte o chi si rifiutava di testimoniare. Nessuno è rimasto ferito, ma il cedimento della parte bassa della parete rocciosa ha incuriosito i turisti che alle 14 circa si trovavano a passare per via del Monte Tarpeo, di fronte al Comando generale della polizia municipale. Nel gabbiotto che si trova proprio sotto la rupe c’erano due vigili urbani dell’Arce Capitolina che sono rimasti illesi. Le pietre hanno colpito la cabina di metallo che ha resistito all’urto. Immediato l’intervento della Soprintendenza capitolina ai Beni culturali per la quale a cedere sono stati «frammenti edilizi moderni, ovvero una sorta di “tamponi” realizzati in epoca moderna sulla rupe, con dei pezzettini di tufo. Il luogo è stato già messo in sicurezza e non ci sono ulteriori rischi di crollo».
A meno di 300 metri in linea d’aria e ben visibile dal gabbiotto c’è la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, con i vigili del fuoco impegnati nella rimozione delle opere d’arte. Le ultime due sono state il crocefisso del Cinquecento nell’omonima cappella all’interno della chiesa crollata, locale che ha fatto da cuscinetto con il Carcere Mamertino non interessato dal cedimento, e la tela della Natività di Carlo Maratta del 1650, il dipinto più importante custodito nell’edificio, insieme con la «Sacra Famiglia con Sant’Anna», lo «Sposalizio della Vergine» e il «Transito di San Giuseppe». Intanto, oltre all’indagine della procura per disastro colposo, si muovono anche i Beni culturali: il segretario generale Giovanni Panebianco, d’intesa con il ministro Alberto Bonisoli, avvierà «un’immediata ispezione presso la Soprintendenza Speciale di Roma (che ha la competenza sulla chiesa di San Giuseppe insieme con il Vicariato) per acquisire la documentazione relativa alle caratteristiche e alle tipologie di intervento eseguite negli ultimi anni, per un dettagliato accertamento degli aspetti di pertinenza del ministero».