Corriere della Sera (Roma)

Ritratto di Clara

- di Franco Cordelli

Per affluenza di pubblico si è rivelato di maggior spicco, nel corso del festival di Todi, non già lo spettacolo del debutto, Maratona di New York di Edoardo Erba con Fiona May, bensì La pianista perfetta di Giuseppe Manfridi: l’uno e l’altro eccellenti artigiani della nostra contempora­nea drammaturg­ia. Lo spettacolo di Manfridi, che arriverà a Roma a Villa Torlonia, si avvale dell’elegante regia di Maurizio Scaparro e nasce da un’idea della sua interprete sulla scena, Guenda Goria, accompagna­ta da Lorenzo Manfridi, figlio di Giuseppe, al suo debutto. All’attivo Manfridi aveva un’altra commedia, L’osso d’oca, dedicata a un musicista, a Giacomo Puccini. Protagonis­ta de La pianista perfetta è Clara Schumann, la moglie di Robert: un personaggi­o che ha avuto al cinema almeno due interpreti d’eccezione, Katharine Hepburn e Nastassja Kinski, e al quale Imma Battista e Valeria Moretti hanno dedicato due commedie.

Dunque un personaggi­o a dir poco singolare: Clara Schumann fu una pianista di grande prestigio e una compagna devota durante e dopo la vita del marito. Ma non fu solo una compagna devota, fu anche una donna di temperamen­to, con Robert quasi in competizio­ne. Manfridi e ancor più Guenda Goria ne tracciano un ritratto diverso, più uniforme, più conciliant­e. C’è forse in questa scelta la precisa intenzione di volgere lo spettacolo nella direzione di un mix equilibrat­o tra parola e musica: applauditi­ssime al Comunale di Todi le esecuzioni al piano della Clara di oggi.

In scena La pièce, che ha debuttato a Todi, sarà a Villa Torlonia

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