Morì in moto per una buca, dirigenti comunali a giudizio
Via Salaria non riparata malgrado le segnalazioni
Due dirigenti del Campidoglio sono stati rinviati a giudizio per non avere fatto riparare alcune buche in via Salaria. Su una di queste la notte del 22 dicembre il motociclista Francesco Caporale, 53 anni, è morto. Marco Domizi, direttore della manutenzione stradale del dipartimento comunale Simu e il responsabile della manutenzione del «lotto 3» di Roma, Guido Carrafa, secondo la procura, non hanno reagito alle sollecitazione dei vigili urbani che avevano segnalato l’asfalto a rischio.
Due dirigenti del Campidoglio rinviati a giudizio per le buche non riparate. Infatti non è stato ascoltato l’allarme lanciato dai vigili urbani sulla presenza di problemi in via Salaria trascurati da Marco Domizi, direttore della manutenzione stradale del dipartimento comunale Sviluppo infrastrutture (Simu). Che ora andrà a processo con l’accusa di omicidio colposo perché un motociclista è morto cadendo proprio in una delle buche in via Salaria segnalate come pericolose dalla Polizia locale. Davanti al giudice comparirà anche il responsabile della manutenzione del «lotto 3» di Roma Capitale, Guido Carrafa, cui la procura contesta lo stesso reato per via dell’immobilismo che avrebbe mostrato non procedendo ad avviare la pratica per lavori mirati alla messa in sicurezza del manto stradale.
L’incidente al centro del dibattimento è avvenuto il 22 dicembre del 2016. Ad aggravare la valutazione della procura c’è una particolare circostanza: il giorno dopo la tragedia, in cui ha perso la vita Francesco Caporale, la buca killer è stata subito chiusa proprio su ordine di Domizi e Caraffa. Operazione che, per l’accusa, dimostra «come mezzi, personale e materiale non mancavano prima del sinistro». Il pm, nel capo d’imputazione, sottolinea pure la colpevole assenza di un cartello stradale, valutato come indispensabile per allertare motociclisti e automobilisti sul tratto di strada a rischio. Bisogna ricordare pure che via Salaria rientra tra quelle arterie definite di «grande viabilità», la cui custodia è di competenza esclusiva del dipartimento comunale Simu. Questa la ricostruzione della disgrazia secondo quanto appurato dagli inquirenti: verso le 2 e 45 di notte Caporale, alla guida di una Suzuki N1200, imbocca via Salaria in direzio- ne del Gra. Dopo pochi minuti, alle 2 e 50, le ruote della sua moto passano sopra una delle tante buche disseminate lunga la strada. Quella fatale, vicina a un palo dell’Acea, è profonda tre centimetri. Un avvallamento sufficiente a fargli sbattere la testa contro un guardrail dopo essere stato sbalzato dalla moto.
Dopo la disgrazia è emerso che i vigili urbani avevano più volte segnalato i problemi di sicurezza in quel punto dove l’asfalto sarebbe stato ridotto a una groviera. La stessa Polizia
locale, preoccupata, aveva più volte richiesto l’adozione di misure urgenti spedendo relazioni a tutti gli uffici comunali. E in particolare a Carrafa (dife- so dall’avvocato Michele Nicoletti), in quanto sarebbe stato competente in prima battuta sulla manutenzione della strada. Ma l’impellenza ad agire stimolata dai vigili – secondo il pm – sarebbe spettata anche a Domizi (assistito dall’avvocato Fabio Federico), come direttore della manutenzione del dipartimento Simu. Per gli inquirenti gli imputati avrebbero comunque dovuto intervenire, a prescindere dalle segnalazioni.
Il magistrato ha sottolineato l’assenza di cartelli per indicare i pericoli per l’asfalto rovinato sulla consolare
Il giorno dopo la tragedia, l’asfalto è stato sistemato su ordine degli imputati