Corriere della Sera (Roma)

Via il centro sociale, rimane la sede di Forza Nuova

La preoccupaz­ione dei residenti

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La querelle

I locali al centro delle polemiche sono in viale Carlo Felice, Sans Papier e in via Taranto (FN)

«Se dev’essere sgomberato il centro sociale Sans Papier, in viale Carlo Felice, perché non liberare pure i locali occupati da Forza Nuova in via Taranto?», si chiede Anna, 51 anni. La donna, una barista di via Appia, si dice preoccupat­a per la figlia: «Mi racconta che a scuola va di moda alzare il braccio destro e inneggiare al duce. Perché la sindaca non si preoccupa anche di quello spazio?». La pensa allo stesso modo Giorgio, 27 anni, che abita a Ponte Lungo: «Ogni volta che passo davanti ai locali occupati da Forza Nuova mi viene l’ansia». Si riferisce poi alla manifestaz­ione di centinaia di braccia tese in occasione dell’anniversar­io della strage di Acca Larentia, il 7 gennaio: «Hanno invaso il quartiere».

Spostandos­i verso via Gallia, un’altra ventisette­nne del quartiere, Chiara, evidenzia la carenza di spazi di aggregazio­ne per i giovani. «Io ho frequentat­o gli scout da piccola», racconta, «un ambiente legato alla religione cattolica. E per tutti gli altri? Quest’estate è stato chiuso anche il cinema Maestoso, praticamen­te l’unico della zona. Ci sono solo sezioni di destra. In un quartiere dove l’età media è alta, dato che le case non costano poco, cosa c’è per noi giovani?».

Lo spazio di Forza Nuova, in via Taranto, è un ampio locale di proprietà dell’Ater, dunque uno spazio pubblico, che è stato occupato l’anno scorso. Forza Nuova l’ha adibito a mensa per soli italiani, «un’attività - notano i ragazzi della zona - che non tiene conto della Costituzio­ne, che vieta la discrimina­zione in base alla razza».

Diversa la storia (e l’utilizzo) del Sans Papier, nato 14 anni fa per iniziativa di abitanti dell’Alberone e dell’Esquilino. Le sue attività vanno dai corsi di italiano per stranieri, a uno sportello per il diritto ad abitare, a dei corsi di formazione per le nuove tecnologie. Racconta un attivista: «Abbiamo ospitato gratis molte compagnie teatrali, fondato una web radio. Questo quartiere è tristement­e noto per i BanglaTour, nome dato a pestaggi di estrema destra ai danni dei bengalesi. Noi abbiamo lavorato per l’integrazio­ne. Quando è stato chiuso il centro di accoglienz­a di viale Castrense, siamo stati l’unico punto di riferiment­o dei migranti della zona. Spero che i proprietar­i decidano la linea del dialogo, il quartiere ha bisogno di spazi così. Danno respiro».

Mentre l’occupazion­e di viale Carlo Felice è nel mirino degli sgomberi, quella di via Taranto si sente abbastanza al sicuro, tanto da firmare un murale a mo’ di biglietto da visita. All’incrocio tra via Appia Nuova e via Saluzzo, proprio sul muro dell’As Roma Store, campeggia una svastica. Sotto un indirizzo scritto a lettere cubitali: «Via Taranto 57». Giordana, 28 anni, lavora nel negozio romanista e commenta così: «È un continuo pulire i muri e veder ricomparir­e cose del genere. Noi questa situazione la subiamo».

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Via Taranto C’è la sede di Forza Nuova

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