All’Accademia tedesca in arrivo 10 nuovi «ospiti»
Mastandrea e Sesti tra le case popolari Il Tufello per una sera come Woodstock
Villa Massimo è la prima tra le accademie straniere di Roma a riaprire i battenti dopo la sosta estiva. Nuovo anno accademico, altro primato: si parte venerdì con l’edizione numero uno di Berlin-Rom Express. «Macché primato. Mi manca il pubblico», commenta il direttore Joachim Bluher, alla guida dell’Accademia Tedesca dal 2002, mentre si prepara ad accogliere il nuovo turno di borsisti. A fine giugno c’era stato l’arrivederci al gruppo precedente, con la rituale «Festa dell’Estate». Ora sono in arrivo i prossimi dieci ospiti degli atelier, tra cui gli artisti visivi Julian Rosefeldt (autore del film «Manifesta»), Sonja Allhauser, Wolfgang Ellenrieder e Erik Gongrich, oltre agli scrittori Thomas von Steinaecker (romanzi e fumetti) e Nico Bleutge. A chi gli chiede quale consiglio darà ad ognuno di loro per trovare la giusta ispirazione, Bluher conferma di essere in linea con il suo modulo interpretativo della città: «Perdetevi nella Capitale». Con Pan Daijing, musicista, performance artist, e borsista delle arti pratiche per sette settimane, si esibiscono in un dj set Rabih Beaini e Alva Noto, una presenza ricorrente a Villa Massimo dove è stato borsista e protagonista di serate indimenticabili. Quali sono i presupposti di questo rapporto speciale? Bluher: «All’inizio abbiamo solo litigato. Adesso non più». Da sinistra il musicista Carsten Nicolai e il direttore Joachim Bluher L’attore Valerio Mastandrea al Tufello (foto Corradetti-LaPresse)
Un anfiteatro poco conosciuto, incastonato tra i palazzi in via Monte Lepini e via delle Dolomiti (Tufello). L’attore Valerio Mastandrea e il regista appena tornato dal Festival di Venezia, Mario Sesti. Insieme ad una folla di gente, quasi, incredibile radunata per ascoltarli. E se il tema di questo appuntamento era «cosa significa fare l’attore» con due protagonisti di questo calibro, la conversazione poteva sfociare in mille rigoli diversi. Così è stato ieri sera. Tra applausi, risate e interventi del pubblico. «È bellissimo vedere questa partecipazione – commenta Valerio Mastandrea – forse non siamo più abituati alla vita di quartiere ed è un peccato». Digressione. Quando, scherza Mastandrea, «mi hanno detto che avrei dovuto dire a cosa serve fare l’attore stavo quasi per non venire... non ero preparato». Invece si parla di cinema e la sintonia tra Mastandrea e Sesti fa tutto il resto: «Certo, nemmeno io pensavo di trovarmi davanti una piccola Woodstock», sorride il regista. L’iniziativa coinvolge le realtà del quartiere. Christian Raimo (III Municipio) ricorda (anche) i problemi della zona: «Ma dobbiamo far rivivere posti come questo». L’erba è incolta. Gli organizzatori hanno cercato di ripulire portando qualche sedia. I cittadini pure, e ci hanno aggiunto bibite e pizza. Dai complessi della «città giardino» i residenti hanno lasciato lampadari accesi e finestre aperte. Manca l’illuminazione pubblica. Ma per una sera la luce c’è stata lo stesso.