Sgomberi e crolli, Raggi da Conte
Il Comune cerca la sponda del governo per liberare i palazzi occupati e intervenire sui ponti
Raggi va dal premier Giuseppe Conte con due dossier caldi: quello sugli sgomberi e quello sui crolli, cioè le emergenze cittadine. La sindaca cerca dal governo una doppia copertura: politica, sugli sgomberi dei palazzi occupati (a cominciare dallo stabile in viale Carlo Felice su cui ieri c’è stato un vertice interlocutorio in Regione), e finanziaria, per la messa in sicurezza delle infrastrutture della città, molte senza una garanzia.
Virginia Raggi dal premier Giuseppe Conte la prossima settimana per parlare delle due emergenze cittadine, gli sgomberi e i crolli. L’incontro si terrà martedì o mercoledì, i rispettivi staff stanno sincronizzando le agende (pende anche un altro incontro: con la ministra degli Affari Regionali Erika Stefani). E la sindaca si porterà dietro i due dossier al momento più caldi del Campidoglio per ottenere dal governo una doppia copertura: politica, nel caso degli sgomberi che inizieranno dal palazzone in viale Carlo Felice, ed economica, nel caso delle infrastrutture capitoline, per molte delle quali - a partire dai 400 ponti di Roma - c’è da garantire la sicurezza in tempi brevi.
Sugli sgomberi la (nuova) direzione l’ha data la circolare Salvini: prima si libera l’edificio occupato e poi si procede a eventuali riallocazioni. Di fatto, però, per la Capitale il provvedimento ha fatto già scattare l’allarme: in città esistono 30 mila persone che non pagano l’affitto, 10 mila nuclei con lo sfratto esecutivo, 12 mila famiglie in attesa di casa popolare più 10 mila occupanti abusivi. In tutto 62 mila persone con «il problema casa». Di fatto, c’è una città media a rischio dentro la metropoli.
E infatti la sindaca, propensa a seguire l’indicazione del Viminale, è in cerca di una copertura politica da parte del premier, anche perché in Campidoglio la discussione sulla linea da tenere è più aperta che mai. È un po’ la storia di sempre del M5S: c’è una parte più intransigente - assessori e consiglieri che spingono per seguire la direttiva del Viminale leghista - che confligge con esponenti più moderati, quasi tutti originari della sinistra, a chiedere prudenza negli sgomberi. Per Raggi il compromesso per tenere a freno i malumori in giunta potrebbe essere la sponda del governo, soprattutto in termini di soluzioni post-sgombero, in modo da disinnescare la bomba sociale di migliaia di ex occupanti a dormire all’aperto.
L’altro dossier riguarda le infrastrutture, soprattutto ponti e strade che, sì, sono sotto controllo, ma che necessitano di lavori per la messa in sicurezza. Al netto del programma dei Lavori pubblici, c’è tutta una serie di interventi da fare (talvolta ex-novo) per assicurare la salute delle strutture. Le prove statiche sui ponti, per esempio, «devono essere fatte con cisterne d’acqua che man mano di riempiono, in modo da testare la struttura sotto sollecitazione», ha spiegato il consigliere Pietro Calabrese. Di fatto le prove corrispondono a quei collaudi che su alcuni ponti - tipo viadotto della Magliana - non sono mai stati fatti. In teoria i certificati dei collaudi sono in prefettura, ma servono certezze che ad oggi il Campidoglio non ha. Sui test il Simu (il dipartimento sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana ndr) calibrerà i costi, dopodiché la lista arriverà da Conte e poi al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Che dovrà staccare l’assegno.
A rischio In città le persone senza casa in tutto sono 62 mila
Staticità Le prove vanno fatte con autobotti riempite un po’ alla volta