Sbatte la testa e muore in ospedale
Muore nella notte sbattendo la testa nel bagno dell’ospedale Sant’Eugenio dopo aver trascorso dieci ore sulla barella del pronto soccorso. Vittima una donna di 72 anni, ricoverata dal mattino per un calcolo renale, eppure rimasta tutto il tempo priva del catetere. Inserimento mai svolto per l’assenza di un urologo nel nosocomio, sostengono i parenti dell’anziana. Questa l’accusa contenuta nella denuncia dei familiari che ha dato il via all’inchiesta per omicidio colposo sulla morte due giorni fa di Giulia Riondino. Il pm ha disposto l’autopsia sulla paziente. Tuttavia il passaggio indispensabile per accertare l’accaduto, è stata l’acquisizione della cartella clinica. Attraverso questa documentazione gli inquirenti verificheranno l’assistenza riservata alla donna. In particolare il pm intende capire come mai nell’ospedale non fosse
presente per l’intera giornata un urologo. Se alla malata fosse stato applicato il catetere - ribadiscono i familiari assistiti dall’avvocato Massimo Cammarota - la malata non sarebbe dovuta andare in bagno (ma è tra le mansioni dell’infermiere inserire il catetere ndr). Ad aggravare la situazione, la circostanza che la signora sia stata trasportata al Sant’Eugenio in ambulanza con forti dolori. Visitata nel pronto soccorso, l’anziana – abituata a vivere da sola, vedova da alcuni anni viene collocata su una barella in attesa dell’arrivo dello specialista. Che tuttavia non si sarebbe mai presentato. Alle due di notte, Giulia ha avuto bisogno di recarsi in bagno: in corridoio è scivolata e ha sbattuto la testa. Poche ore dopo è morta per un’emorragia cerebrale.