Allarme marciapiedi cittadini in azione: le buche segnalate con un cerchio giallo
Non solo sulle strade, parte dal Centro la nuova protesta dei cerchi gialli
Un cerchio giallo, con il gesso, intorno i «crateri» più significativi e più grandi dei marciapiedi di Roma. Dopo l’invito di Graziella Viviano, la mamma di Elena Aubry, deceduta sull’Ostiense a causa dell’asfalto dissestato, a lanciare un’iniziativa analoga è Roberto Tomassi, presidente dell’Associazione residenti Campo Marzio.
Un cerchio giallo, con il gesso, intorno i «crateri» più significativi e più grandi dei marciapiedi di Roma. Dopo l’invito di Graziella Viviano, la mamma di Elena Aubry, la ragazza deceduta sulla via Ostiense a causa dell’asfalto dissestato, a segnalare con una vernice chiara le buche della capitale, «in modo tale che notandole si possano evitare», un eguale invito viene adesso rivolto per i marciapiedi. A lanciarlo è Roberto Tomassi, presidente dell’Associazione residenti Campo Marzio. Gesso giallo alla mano è stato il primo a segnalare le irregolarità sugli spazi destinati a chi cammina. Partendo dalla centralissima piazza Santi Apostoli, dove le lastre del marciapiede (sul lato destro, osservando palazzo Valentini), sono quasi tutte saltate e in molti punti rotte. Quando vi si passa un rumore costante accompagna il cammino e dove sono particolarmente rotte si inciampa facilmente. Grande attenzione a dove si poggiano i piedi anche in piazzale Flaminio accanto
Il promotore Roberto Tomassi: «La speranza è che il Campidoglio cominci ad avere un piano»
all’uscita della metropolitana dal lato di via Flaminia: qui le lastre in alcuni punti sono del tutto saltate. Ma non va meglio con i marciapiedi in bitume: in Prati sono molto spesso contrassegnati dalla rottura dovuta alle radici degli alberi o più semplicemente dall’ usura.
«Le buche sui marciapiedi sono anche peggio di quelle in strada - spiega Tomassi -. Costituiscono una barriera architettonica invalicabile per chi è sulla sedia a rotelle, e sono terribili anche per i passeggini. Ho assistito personalmente all’impossibilità per alcune persone in sedia a rotelle a poter proseguire la loro passeggiata o il loro viaggio quando il marciapiede è dissestato. E sono un pericolo costante per chi ha dei problemi deambulatori, come una persona anziana, che è molto facile che inciampi, e anche per i bambini ai quali piace correre e si trovano davanti un ostacolo improvviso e inaspettato».
La situazione dei marciapiedi della città è ormai nota a tutti, e lo sanno soprattutto i tanti cittadini che sono inciampati, a volte finendo in ospedale. Una situazione che caratterizza non solo il centro, ma anche e soprattutto i quartieri a ridosso della parte storica, Flaminio, Parioli e Prati, dove camminare è diventata una vera avventura e c’è chi la sera ricorre alla torcia. «Noi adesso iniziamo a segnare con il gesso le buche sui marciapiedi», avverte il presidente dell’Associazione residenti Campo Marzio. E prosegue: «L’invito è rivolto a tutti i cittadini affinché lo facciano: innanzi tutto circondandole a terra con un gesso colorato perché altri pedoni le possano vedere meglio, e poi segnalandole all’amministrazione. Tutto questo con la speranza che serva a sensibilizzare
il Campidoglio in modo che cominci ad avere un piano: perché non ha un piano per affrontare la viabilità per i pedoni, per i marciapiedi e le isole pedonali». Un appello è anche al delegato alla disabilità Andrea Venuto, «perché anche lui cominci a farsi sentire per affrontare i casi più gravi, quelli che rappresentano una barriera totale per chi è in carrozzella».
Un piano che con la riparazione e l’attenzione ai luoghi destinati alle utenze «deboli», ovvero anziani, bambini e portatori di handicap renda più sicuri questi luoghi: «È chiaro che l’amministrazione è concentrata nel cercare di venire a capo della manutenzione delle strade per automobili e motocicli - conclude Tomassi -, così i marciapiedi e in generale tutte le aree pedonali non vengono considerate. Invece dovrebbero essere prioritarie perché il transito dei pedoni dovrebbe essere la mobilità principale: tutti siamo pedoni».