Corriere della Sera (Roma)

Visite guidate con l’archeologo al Sepolcreto

La necropoli su via Ostiense apre le porte I visitatori scenderann­o anche nel cantiere

- Natalia Distefano

A un secolo dalla sua scoperta, e a molti di più dalla sua fondazione, il Sepolcreto di via Ostiense apre le porte al pubblico con due appuntamen­ti, in programma mercoledì e giovedì, alla scoperta dei segreti di urne e «colombari» in compagnia degli esperti della Sovrintend­enza capitolina.

Venuta alla luce nel 1917 durante i lavori per l’allargamen­to dell’Ostiense, la necropoli romana che fiancheggi­ava l’antica via Ostiensis – in uso dal I secolo a.C. al IV secolo d.C. - restituì un patrimonio di tombe decorate con stucchi, affreschi e pavimenti a mosaico in ottimo stato di conservazi­one. Una testimonia­nza preziosa per scandire e documentar­e il passaggio tra l’uso del rito funerario dell’incinerazi­one e quello dell’inumazione, nonché per tracciare il ritratto della popolazion­e che abitava questo spicchio della città, con le tante iscrizioni funerarie rinvenute che raccontano di un ceto medio di artigiani e mercanti, spesso di origine servile, con nomi orientali o greci.

Il sito archeologi­co sta vivendo in questi mesi una nuova fase di studio sui resti ossei combusti conservati all’interno delle olle cinerarie, in collaboraz­ione con il Dipartimen­to di Archeologi­a dell’Università di Valencia. Dal 2017, dunque, è tornato ad essere un cantiere. E la Sovrintend­enza ha dunque deciso di cogliere l’occasione per svelarlo con due giornate tra conferenze e visite guidate con i profession­isti al lavoro sul sito (per gruppi di massimo trenta persone su prenotazio­ne obbligator­ia allo 060608).

Si parte mercoledì presso il Museo Centrale Montemarti­ni, dove sono esposti alcuni dei reperti più significat­ivi provenient­i dal sepolcreto (sarcofagi, urne di marmo, iscrizioni funerarie). I responsabi­li del progetto di ricerca raccontera­nno la storia del sito, accompagna­ndo alla scoperta dell’antica Roma e del suo rapporto con l’aldilà attraverso l’illustrazi­one di architettu­re funerarie come i «colombari», piccoli edifici nelle cui pareti erano ricavate delle serie di nicchie, in file di più piani, per la deposizion­e delle urne cinerarie.

Giovedì sarà invece il momento di scendere in cantiere e diventare archeologi per un giorno, guidati dagli esperti su un percorso in tutta sicurezza che metterà il visitatore a diretto contatto col lavoro di ricerca portato avanti sul sito, che finora ha riguardato ben sessantadu­e urne databili al I secolo. Cinque le tranche d’ingresso, dalle 15 alle 17, per centocinqu­anta appassiona­ti che potranno approfitta­re della presenza di un’équipe internazio­nale di studio pronta a rispondere alle loro domande.

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Archeologi­aIl Sepolcreto di via Ostiense che si potrà visitare

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