Visite guidate con l’archeologo al Sepolcreto
La necropoli su via Ostiense apre le porte I visitatori scenderanno anche nel cantiere
A un secolo dalla sua scoperta, e a molti di più dalla sua fondazione, il Sepolcreto di via Ostiense apre le porte al pubblico con due appuntamenti, in programma mercoledì e giovedì, alla scoperta dei segreti di urne e «colombari» in compagnia degli esperti della Sovrintendenza capitolina.
Venuta alla luce nel 1917 durante i lavori per l’allargamento dell’Ostiense, la necropoli romana che fiancheggiava l’antica via Ostiensis – in uso dal I secolo a.C. al IV secolo d.C. - restituì un patrimonio di tombe decorate con stucchi, affreschi e pavimenti a mosaico in ottimo stato di conservazione. Una testimonianza preziosa per scandire e documentare il passaggio tra l’uso del rito funerario dell’incinerazione e quello dell’inumazione, nonché per tracciare il ritratto della popolazione che abitava questo spicchio della città, con le tante iscrizioni funerarie rinvenute che raccontano di un ceto medio di artigiani e mercanti, spesso di origine servile, con nomi orientali o greci.
Il sito archeologico sta vivendo in questi mesi una nuova fase di studio sui resti ossei combusti conservati all’interno delle olle cinerarie, in collaborazione con il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Valencia. Dal 2017, dunque, è tornato ad essere un cantiere. E la Sovrintendenza ha dunque deciso di cogliere l’occasione per svelarlo con due giornate tra conferenze e visite guidate con i professionisti al lavoro sul sito (per gruppi di massimo trenta persone su prenotazione obbligatoria allo 060608).
Si parte mercoledì presso il Museo Centrale Montemartini, dove sono esposti alcuni dei reperti più significativi provenienti dal sepolcreto (sarcofagi, urne di marmo, iscrizioni funerarie). I responsabili del progetto di ricerca racconteranno la storia del sito, accompagnando alla scoperta dell’antica Roma e del suo rapporto con l’aldilà attraverso l’illustrazione di architetture funerarie come i «colombari», piccoli edifici nelle cui pareti erano ricavate delle serie di nicchie, in file di più piani, per la deposizione delle urne cinerarie.
Giovedì sarà invece il momento di scendere in cantiere e diventare archeologi per un giorno, guidati dagli esperti su un percorso in tutta sicurezza che metterà il visitatore a diretto contatto col lavoro di ricerca portato avanti sul sito, che finora ha riguardato ben sessantadue urne databili al I secolo. Cinque le tranche d’ingresso, dalle 15 alle 17, per centocinquanta appassionati che potranno approfittare della presenza di un’équipe internazionale di studio pronta a rispondere alle loro domande.