Un teatro per i grandi autori
La nuova stagione del Vittoria fra classici e drammaturgia contemporanea Da Aristofane a Camilleri. Sul palco anche «The Prisoner» di Peter Brook
«Il teatro di tutti e per tutti»: con questo slogan parte la stagione del Vittoria 2018-19, come sempre diretta da Viviana Toniolo. Il sipario si alzerà per diciannove debutti, quattordici in abbonamento e cinque fuori abbonamento. Un cartellone che intreccia le produzioni della storica compagnia Attori&Tecnici a personaggi ospiti, eventi speciali, molta drammaturgia contemporanea, tanta musica d’autore. Un programma, dunque, adatto a tutti i gusti e tutte le età.
Si comincia il 27 settembre con un classico: L’impresario delle Smirne di Carlo Goldoni, con la regia di Stefano Messina. Una prima assoluta che vuole essere un omaggio allo scalcinato mondo dell’avanspettacolo con le sue luci e le sue ombre, ma soprattutto con il divertimento allo stato puro. Si prosegue con Ben Hur: una storia di ordinaria periferia di Gianni Clementi, regia di Nicola Pistoia. Lo sfondo è Roma, una città che accoglie e che respinge, sempre più incattivita, eppure capace di generosità inaspettate.
Perché non canti più... è invece un concerto-spettacolo per Gabriella Ferri, ideato da Pino Strabioli e Cecilia Syria Cipressi. Mentre Mobidic di Karl Weigel, regia di Massimo De Rossi, è una storia che si ispira vagamente al genere film noir, traendo origine da un fatto di cronaca realmente accaduto. Un altro omaggio,
stavolta ad Aristofane, è dioPluto di Jurij Ferrini, commedia grottesca, satirica, graffiante. Così come Piccolissima serenata Carosone, che vuole essere un ricordo musicale di Renato Carosone, realizzato grazie a un’originale versione strumentale.
Tra i grandi autori, Andrea Camilleri, di cui viene messo in scena Il diavolo, certamente tratto dai suoi racconti, adattamento di Claudio Pallottini; Melampo di Ennio Flaiano, regia di Massimo De Rossi: una favola moderna, venata di autentica comicità e ironia, ma pure una commedia autobiografica che lo