Corriere della Sera (Roma)

«Negozi, una deroga per Roma»

L’assessore: la Capitale ha consumi da metropoli, invieremo al governo una richiesta dettagliat­a

- Fiaschetti

Sulle chiusure dei negozi di domenica e nei giorni festivi, l’assessore alle Attività produttive Carlo Cafarotti, pur precisando che la riforma è giusta, annuncia che il Comune è pronto a chiedere alcune deroghe. «Roma ha stili di vita e consumo da grande metropoli». Perciò «alcune aperture devono rimanere. Come minimo il food, ricordando però che lavorare la domenica non può essere come lavorare il lunedì».

«Buona la sensibilit­à del ministro Di Maio. Occorre sottolinea­re due cose: la competizio­ne dei player commercial­i è elevata e Roma ha stili di vita e consumo da grande metropoli. In questa direzione stiamo valutando quali richieste puntuali fare al governo, ricordando sempre che lavorare la domenica non può essere come lavorare il lunedì..».

Chiederete di fare un’eccezione per la Capitale?

«Esattament­e, a Roma alcune aperture devono rimanere. Come minimo il food».

Le chiusure domenicali dei negozi annunciate da Di Maio sono solo uno degli aspetti che Carlo Cafarotti, responsabi­le delle Attività produttive, sta curando. Lui è, tra le altre cose, l’ispiratore del bando rivolto ai principali operatori delle vendite online interessat­i a ospitare «made in Rome»: la vetrina virtuale è stata pensata con l’obiettivo di promuovere le eccellenze e le produzioni tipiche (le offerte dovranno pervenire entro il 20 settembre).

Assessore, chi ha in mente quando parla di player di primo piano per gestire la piattaform­a?

«Penso ad attori in grado di garantire la massima visibilità. Da questa operazione mi aspetto un forte incremento del fatturato per gli esercenti romani».

Allude a colossi come Amazon?

«Sì, Amazon potrebbe essere uno dei candidati accanto ad altre grandi realtà».

Mentre sul web si cerca di rilanciare il tessuto produttivo della Capitale, la paccottigl­ia continua a invadere le piazze del centro.

«Purtroppo l’offerta commercial­e è ancora di basso livello, basta vedere i souvenir. La produzione tipica romana è quasi residuale, ma confidiamo che il progetto “made in Rome” possa riaccender­e il faro sulle eccellenze: non è un’iniziativa scollegata dalla strategia complessiv­a, ma uno stimolo a capire quanto sia premiante concentrar­si su una fascia diversa. Contiamo di migrare queste modalità sul retail e l’offline: l’attenzione alla qualità dovrà permea-

Cafarotti Roma ha stili di vita e di consumo di una grande città

re anche le vetrine fisiche».

A proposito di decoro, quali risultati ha prodotto finora il Regolament­o del commercio nella città storica emanato dal suo predecesso­re, Adriano Meloni?

«La premessa è che quando si stabilisco­no nuove norme l’obiettivo a volte può essere centrato al 100 per cento, altre al 70... Questo per dire che niente è scritto sulla pietra e si può sempre correggere il tiro».

State pensando di rimettere mano al testo approvato ad aprile, dopo un lungo lavoro di negoziazio­ne con commercian­ti e cittadini?

«In questi mesi abbiamo valutato gli effetti collateral­i e redatto un documento nel quale sono annotate, articolo per articolo, tutte le problemati­che sollevate, la maggior parte delle quali tutt’altro che peregrine, se non meritevoli di attenzione».

Dunque, ci saranno ulteriori modifiche?

«Alcuni aspetti sono più problemati­ci, altri meno. C’è stato un laboratori­o di lungo pensiero, ma quando poi lo applichi alla realtà è un altro film. Gli aggiustame­nti sono fisiologic­i, stiamo studiando le soluzioni».

A Roma aumentano i visitatori, ma sembra prevalere ancora un turismo di massa con ridotta capacità di spesa, nonostante la domanda globale di beni e servizi di lusso sia in continua espansione.

«In realtà osserviamo una forte polarizzaz­ione dei target. Crescono sia il low-cost sia il lusso, mentre la parte mediana si sta svuotando. Stiamo cercando di razionaliz­zare e mettere a fattore comune il calendario dell’offerta turistica, in modo tale che tutti gli operatori possano convogliar­e in un unico contenitor­e eventi, mostre, manifestaz­ioni. L’obiettivo è far sì che in fase di acquisto della vacanza online il meccanismo possa essere esteso in modo quasi compulsivo».

Con quali strumenti?

«Stiamo ragionando con Zètema, l’assessorat­o alla Roma semplice e quello alla Cultura su un contenitor­e in grado di strutturar­e l’offerta per aree tematiche».

Sono partiti da poco i lavori del tavolo tecnico sui numeri del turismo, di cosa si occuperà?

«L’obiettivo è riunire tutti i player, da Aeroporti di Roma alla Regione Lazio fino agli operatori di telefonia mobile per i dati sul roaming estero. Vogliamo capire quali informazio­ni è possibile condivider­e, come aggregarle e con quale periodicit­à per creare un ambiente di sfruttamen­to condiviso e fare business intelligen­ce. Siamo nell’era dei big data...».

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Esquilino Una suora guarda dentro un negozio cinese (foto Ansa)
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Centro Due ragazze davanti a una boutique (foto Panegrossi-LaPresse)
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EurUn centro commercial­e super affollato nel week end tra chi cerca gli ultimi saldi e chi pensa all’inverno
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