Corriere della Sera (Roma)

«Vendevo abiti, la nuova legge per me va bene»

- Di Lilli Garrone

La sua famiglia aveva un negozio di abbigliame­nto a Talenti e per anni è stato il presidente di Federmoda Roma della Confcommer­cio. Alla domanda se ha mai lavorato di domenica, De Toma risponde: «Altroché. Non mi sono mai tirato indietro, ho sempre lavorato di domenica e nei festivi anche perché il nostro era un negozio a conduzione familiare. Quindi mi sono trovato in questa situazione...».

Massimilia­no De Toma, deputato del Movimento 5 Stelle e firmatario della nuova legge sulla disciplina di apertura dei negozi con il sottosegre­tario allo Sviluppo economico Davide Crippa, la questione la conosce da sempre: la sua famiglia aveva un negozio di abbigliame­nto a Talenti e per anni è stato il presidente di Federmoda Roma della Confcommer­cio. Alla domanda se ha mai lavorato di domenica risponde: «Altroché. Non mi sono mai tirato indietro, sono uno di quelli che ha sempre lavorato di domenica e nei festivi anche perché il nostro era un negozio a conduzione familiare. Quindi mi sono trovato in questa situazione e riposato molto poco».

Ma De Toma contribuir­e alla stesura di questa legge che modifica il decreto «Salva Italia» di Mario Monti non è solo per quel che ha vissuto di persona: «È un tema importante che dobbiamo necessaria­mente risolvere - spiega -. Non è solo per la mia esperienza o per la “protezione” dei negozi di vicinato. Si tratta di dare un riordino al sistema del commercio tenendo conto di tutte le consideraz­ioni di parte. E prendo atto di quel che dice la grande distribuzi­one in termini di assunzioni: ma dov’era quando si sono aperti i mega centri commercial­i a discapito dei negozi di vicinato? Lì si sono già perduti centinaia e migliaia di posti di lavoro».

E così De Toma, dopo aver passato decine di domeniche e di festivi nel negozio di Talenti, è pronto ad affermare che «il suo passato l’aiuta a capire l’oggi, e per questo voglio dare il mio contributo». Ma aggiunge subito: «L’esperienza non è stata tanto importante nella scrittura della legge, ma nel capire meglio come affrontare la questione. E posso dire che, almeno nel mio caso, non c’è stato un accrescime­nto del volume di affari con le aperture festive, ma guadagni spalmati su sette giorni invece che su sei. Certo dobbiamo tener conto dei nuovi fattori che caratteriz­zano il settore come l’ “e-commerce”, ma noi dobbiamo far sì che anche l’occupazion­e vada di pari passo con tutto, anche con le chiusure festive».

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