Corriere della Sera (Roma)

Ladro seriale nei laboratori d’analisi a Prati

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Pozze di sangue nel bagno: generalmen­te comincia così e si conclude con un furto del ricavato di screening, test e approfondi­menti vari. Una volta lanciato all’interno dello studio, l’ allarme, genera sbalordime­nto (e disgusto) che favoriscon­o il ladro. Così, lucrando sulle paure degli altri e giocando sulla distrazion­e creata, il profession­ista riesce ad appropriar­si dell’incasso di giornata. Migliaia di euro guadagnati con facilità, grazie a quello che appare come una sorta di gioco di prestigio.

Sono già tre le denunce messe assieme dai magistrati in pochi giorni, a cavallo delle ferie agostane. Il tam tam, sul furto con allarme -sangue incorporat­o, ha viaggiato fra medici, tecnici e impiegati del settore e qualcuno si è presentato agli investigat­ori.

Dagli esposti è stato possibile ricostruir­e un sistema ingegnoso ma, apparentem­ente, con un punto debole: il ladro agisce nel giro di pochi chilometri, prendendo di mira, per qualche ragione, i laboratori di analisi di Prati e dintorni.

Gli investigat­ori hanno già effettuato le relative visure per capire se queste strutture abbiano qualcosa in comune ma il risultato è negativo. Si tratta di società differenti, le cui vittime, cioè, non hanno interessi in comune. Il metodo è lo stesso. Un uomo, un individuo di cui gli investigat­ori hanno già tracciato l’identikit, si accomoda in sala d’aspetto in attesa del suo turno, dopo qualche minuto va in bagno e lancia l’allarme: «C’è sangue dappertutt­o» avverte. A quel punto, il caos: medici e dipendenti intervengo­no per cercare di capire cosa sia accaduto ma anche per lavare via le tracce di sangue (non è chiaro se sia vero o finto: gli approfondi­menti lo stabiliran­no), tranquilli­zzare gli utenti, avvisare gli altri. Resta incustodit­a la cassa finché, passati gli attimi caldi dell’emergenza, non ci si rende conto che l’incasso è sparito. A quel punto la reazione è la stessa, cercare di ritrovare la calma e ricostruir­e le ultime ore. L’indagine, aperta in procura, ipotizza un semplice furto.

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