Bilancio Ama, Lemmetti pensa di bocciarlo
L’assessore intenzionato a fare lo stesso con quello Atac
L’ assessore a Bilancio e Partecipate Gianni Lemmetti analizza i bilanci 2017 di Ama e Atac, ancora senza l’ok del Comune, per allineare i conti in vista della presentazione del Consolidato, documento che mette insieme il Campidoglio e le sue aziende. Ma sui conti delle maxi partecipate qualcosa non quadra, così l’assessore potrebbe rispedire indietro i bilanci, modificati e da ri-approvare in sede di cda.
Gianni Lemmetti non c’è. Nemmeno un’apparizione fugace in conferenza stampa dopo aver già mandato in bianco le quattro assemblee del cda convocate in cinque mesi dal presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani. E nessun messaggio di distensione verso l’azienda dei rifiuti da parte dell’uomo dei conti del Campidoglio che, dopo l’uscita di scena del braccio destro di Massimo Colomban, Alessandro Gennaro, ha assorbito pure l’incarico di assessore alle Partecipate, di fatto prendendo il comando nella sala macchine dell’amministrazione.
Ma per capire come al momento funzioni il rapporto tra Lemmetti e le due maxi partecipate del Campidoglio, Ama e Atac, tocca fare un passo in avanti, al Consolidato - ovvero il documento che mette insieme i conti del Comune e delle aziende di sua proprietà, escluse Centrale del latte, Farmacap e Roma Metropolitane, tutte in dismissione - che l’assessore al Bilancio ha l’obbligo non tassativo di far quadrare entro il 30 settembre. Il passaggio è delicato sotto tutti i punti di vista: un anno fa il documento fu bocciato dall’ Oref - i revisori capitolini - che non lo ha ritenuto «veritiero» a causa dei conti «disallineati» tra Comune e partecipate. E la bocciatura, manco a dirlo, ha scatenato una caterva di polemiche politiche, un caos vero.
Motivo per cui, a due settimane dalla nuova scadenza, si acuiscono le difficoltà di dialogo tra Lemmetti e le due aziende capitoline, entrambe ancora senza l’ok sul bilancio 2017 da parte del proprietario, il Comune appunto, e con davanti la concreta possibilità di dover riprendere in mano i conti, apportare delle modifiche su indicazione del socio di maggioranza
e, quindi, riunire i cda per una nuova approvazione. Uno scorno che i vertici di Ama e Atac sperano di evitare.
Ma il problema c’è, e coincide proprio con quei «disallineamenti»
segnalati un anno fa dai revisori. Partite contabili non definite e riconciliazioni non complete che il Campidoglio, in queste ore, sta valutando insieme alla Ragioneria. Un giro multimilionario che Lemmetti analizza nel dettaglio cercando la sintonia, se esiste, con il suo Consolidato. Solo dopo l’assessore provvederà a dare la sua approvazione ai conti. Sennò, ed è questa l’opzione che più fa infuriare i vertici delle municipalizzate, i bilanci torneranno indietro, respinti con perdite.
Questa (concreta) possibilità. infatti, tende nervi e rapporti ormai da mesi. Ama ha approvato il bilancio in cda ad aprile con 500 mila euro di utili e, in allegato, il sorriso migliore del presidente Bagnacani. Ma nei conti sarebbero stati inseriti alcuni crediti che l’azienda vanta con il Campidoglio
Profondo rosso
Entro fine mese deve essere approvato il Consolidato, cioè i conti di Comune e partecipate
- 19 milioni relativi ai servizi cimiteriali - su cui Lemmetti nutre forti dubbi: sono legati al passato (giunte Veltroni o Rutelli) e l’assessore non intende riconoscerli all’azienda. Che, senza quei soldi, è costretta a riscrivere il bilancio in profondo rosso, cosa che metterebbe in discussione le linee di credito aperte con le banche e, in caso di mancato ok dal Comune, pure lo stipendio di settembre dei dipendenti (si attingerebbe al tesoretto del fondo di riserva?).
Per Atac, alle prese con la delicata fase del concordato preventivo, vale lo stesso criterio di valutazione: il cda ha dato l’ok al bilancio lo scorso 27 aprile, ma il Campidoglio potrebbe rispedirgli indietro i conti con dei ritocchi sostanziali, anche perché, in funzione della procedura anti default, ha già postergato il rientro dal mezzo miliardo che l’azienda gli deve. «Pensassero a far marciare i trenini», disse Lemmetti a giugno proprio in relazione al mancato ok sul bilancio 2017. Ecco, più o meno il clima è questo.
In ballo
La giunta M5S non vuole riconoscere alla municipalizzata 19 milioni di crediti