Corriere della Sera (Roma)

Cassese: in Costituzio­ne è previsto per la città un regime particolar­e

- di Ester Palma

«I poteri speciali per Roma? Sono previsti dall’articolo 114 della Costituzio­ne, che dice espressame­nte: “Roma è la Capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinament­o”. E quindi apre la strada a un regime speciale per la città, con leggi ad hoc».

Sabino Cassese, 82 anni, giurista, accademico, giudice emerito della Corte Costituzio­nale e professore alla «School of Governemen­t» dell’Università Luiss di Roma, spiega il senso dell’incontro fra la sindaca Virginia Raggi e il premier Giuseppe Conte: «È la legge che lo prevede, non i poteri del presidente del Consiglio».

Secondo lei, cosa si potrebbe fare per la Capitale?

«Io credo, anche alla luce delle norme costituzio­nali, che si potrebbe assegnare al Comune una funzione di ente rappresent­ativo, con il controllo di organi dello Stato».

E per l’assegnazio­ne di maggiori risorse?

«Non penso sia quello il punto: piuttosto vedrei con favore una maggiore sorveglian­za da parte del potere centrale sulla gestione della città».

A che tipo di controllo si riferisce?

«La mia idea sarebbe di assegnare tale compito a tre generali delle tre forze armate. Forse riuscirebb­ero a far rispettare almeno un minimo le regole, cosa di cui la città oggi ha assoluto bisogno».

Come vede la Capitale?

«Malissimo. È sotto gli occhi di tutti che Roma sta morendo, è diventata invivibile. Venendo da Milano sembra di arrivare in una città africana».

Quali sono le criticità più forti?

«È che qui non ci sono più gli elementi essenziali per la vita di una comunità: le strade sono dissestate e piene di rifiuti, il traffico è ormai senza controllo, i trasporti pubblici sono in uno stato penoso. Quando in una Capitale manca tutto questo, non può certamente essere una città vivibile».

Il Comune non fa abbastanza?

«Peggio, è un ente non esistente. È come se non ci fosse».

Da quando è iniziato questo declino?

«Mah, da almeno 10 anni, con la giunta guidata da Gianni Alemanno. Ma ora mi sembra che il processo di peggiorame­nto sia sempre più rapido e forte, come una spirale di degrado in cui Roma sta scivolando».

Quali possono essere, se ci sono, i rimedi?

«Ripeto, io credo che soltanto l’esercizio di un potere forte e presente da parte dello Stato potrebbe almeno in parte migliorare la situazione».

Con i generali di cui parlava?

«Sì. Potrebbero controllar­e l’operato del Campidogli­o e puntare sul rispetto delle regole, cosa che qui ormai sembra impossibil­e. Non vedo altre soluzioni possibili, purtroppo».

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Professore Sabino Cassese

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