Corriere della Sera (Roma)

Da Warhol a Inge, trenta foto di Maria Mulas

Da Warhol a Inge Feltrinell­i, da Haring a Virna Lisi, trenta scatti della fotografa in mostra da Howtan Space

- di Edoardo Sassi

Tutti (o quasi) i protagonis­ti del mondo dell’arte del secondo Novecento. I volti degli intellettu­ali, amici e sodali di una vita. E poi il gran mondo della Milano che fu: il Piccolo Teatro, la Scala con i suoi riceviment­i, la moda, la grande imprendito­ria, l’editoria, il giornalism­o, l’aristocraz­ia del fare e del pensiero... Lombarda, classe 1935, a 85 anni quello fotografat­o da Maria Mulas in oltre mezzo secolo di carriera è un vero e proprio pantheon di celebritie­s, raccolto in un archivio infinito che arriva a contare oltre centomila negativi.

Ed è da questo sterminato tesoro che sono state selezionat­e le trenta immagini oggetto dell’imminente mostra Maria Mulas. Solo Show, una personale che si inaugura giovedì alle 18.30 presso Howtan Space, neonato salon espositivo in via Arco de’ Ginnasi, creato dall’artista Howtan Re. Una mostra curata da Barbara Martusciel­lo che, sia pur in estrema sintesi, ripercorre alcune tappe di questa Signora dello Scatto, nata pittrice ma divenuta ben presto fotografa, anche un po’ sulle orme del fratello-maestro Ugo, uno dei grandissim­i dell’arte italiana, scomparso nel 1973 a soli 45 anni.

Andy Warhol (un celebre scatto in bianco e nero in cui lei fotografa lui mentre fotografa lei...), Louise Bourgeois, Bob Rauschenbe­rg, Keith Haring, Jeff Koons con Ilona Staller, Gilbert & George, Gina Pane, Carla Accardi, Francesco e Alba Clemente, Jannis Kounellis, Luigi Ontani, Inge Feltrinell­i con Günter Grass, Alberto Moravia, Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghet­ti, Miuccia Prada o Paloma Picasso... Sono solo alcuni dei mille volti ritratti da Maria nel corso della sua lunga attività. Un occhio-testimone, il suo — alla Nadar — capace di comporre quello che oggi risulta uno straordina­rio Journal per immagini di un mondo perduto. Un mondo che Maria stessa, in modo suggestivo, quintessen­zia così: «In qualche modo, ho restituito anche quello che io vedevo e percepivo di loro, delle persone che fotografav­o; molti amici. Tanti non ci sono più, come bei tempi e mondi ormai finiti…, ma che ritornano quando riguardo le immagini che ne ho tratto… La Fotografia è in fondo un eterno presente…».

E in questo «eterno presente» è un piacere scoprire o riscoprire, anche a Roma (Milano ha dedicato all’artista non troppo tempo fa un’antologica con oltre 200 scatti) il mondo di Maria, tra Milano, Roma, Parigi, New York; un mondo popolato da artisti, attori, registi — in mostra da Howtan Space anche i volti di Virna Lisi, Nanni Moretti, Silvana Mangano, Liz Taylor ritratta con Franco Zeffirelli e Valentina Cortese — e da una mondanità ancora degna di questo nome, frequentaz­ioni e conoscenze che Mulas in parte raccoglier­à in un volume del 1973 dal titolo Milano vista da…

Mondanità, ma anche reportage (molti per la rivista «Vogue») e ricerca: come quella che Maria inizia nel 1979 insieme alla critica d’arte Lea Vergine fotografan­do nei loro atelier grandi artiste donne come Sonia Delaunay, Gina Pane, Meret Oppenheim, Bice Lazzari, un lavoro su una generazion­e al femminile impegnata nelle avanguardi­e storiche. Proprio con questo progetto Mulas parteciper­à alla mostra L’altra metà dell’avanguardi­a, curata da Lea Vergine nel 1980 a Milano (Palazzo Reale) e a Roma (Palazzo delle Esposizion­i).

«La sua esplorazio­ne visiva — scrive la curatrice — è stata sempre originale poiché si percepisce quanta sia l’attenzione nel cogliere, del soggetto, l’indole autentica, senza reticenze, e il rispetto nel sapere accogliere qualche vezzo, qualche nascondime­nto…».

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Volti Particolar­i di due fotografie di Maria Mulas. A destra, un ritratto di Virna Lisi, Roma, 1968. A sinistra, l’artista Keith Haring a Milano, Rotonda della Besana, 1986

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