Corriere della Sera (Roma)

SE LA LEGA È DI LOTTA E GOVERNO

- Di Giuseppe Di Piazza

La Lega di lotta e di governo annusa la preda, le gira intorno, la studia (ormai da mesi) e poi, tramite il suo capo, Matteo Salvini, lancia il primo squillo di quella che potrebbe essere una campagna di conquista: «Sulla Raggi la penso come molti romani: da lei mi aspettavo di più. Qui è un rally di buche…». Salvini governa a Roma (Palazzo Chigi) con i Cinquestel­le e sempre a Roma (Campidogli­o) è all’opposizion­e dei Cinquestel­le. Non sarebbe facile spiegarlo a un extraterre­stre che dovesse mai interessar­si alle stravagant­i vicende di questa nostra Italia. Ma le cose stanno così. Raggi va da Conte e ottiene largo credito per poteri speciali e fondi altrettant­o speciali («governo amico», finalmente) e ventiquatt­r’ore dopo si becca una bordata dallo stesso «governo amico», attraverso il suo maggiore azionista, stando ai sondaggi. Non è vita facile per la speranzosa sindaca. Eppure le condizioni apparentem­ente sono favorevoli a sbloccare la città.Perché allora non si riparte a grande velocità? Che cosa trattiene la nostra prima cittadina dal lanciare — dopo due anni poco incisivi — un vero piano di intervento per ridare orgoglio (e magari qualche servizio efficiente) alla Capitale? Perché non coinvolge le forze migliori della città per salvare il salvabile di Roma?

La verità è che Virginia Raggi sta vivendo questo momento come chi si ritrova sulle montagne russe senza averlo mai deciso: va su con Di Maio e Conte, va giù veloce con Salvini.

Senza dire che la magistratu­ra, che si esprimerà su di lei in autunno, potrebbe dichiarare il “game over” per la sua avventura capitolina, qualora fosse condannata e qualora i Cinquestel­le non le riconosces­sero una moratoria. Stando al giustizial­ismo pentastell­ato, la sindaca infatti non avrebbe diritto al perdono anche se condannata solo in primo grado… Ma non è detto.

Resta intanto da capire quanto lo squillo di Salvini risveglier­à i torpori pentastell­ati di Roma. Una città, per essere tale, ha bisogno d’essere governata. Lo faccia, allora, gentile sindaca Raggi: governi senza paura, uscendo dal cono d’ombra dove si è ficcata. E lo faccia prima che lo squillo di Salvini diventi ruggito e poi solo silenzio, per il M5S, fatale.

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