Immobile, il bomber è servito «Ritornata la vecchia Lazio»
Milinkovic: piano col derby, pensiamo a Udine. Caicedo: giorni felici
Bentornata Lazio. Riecco la banda Inzaghi, servito il poker all’ex Ballardini per sfatare il tabù Genoa (vittorioso in 5 delle ultime 7 partite all’Olimpico) e cancellare il mal di gol conclamato sin qui. La quarta vittoria di fila, la terza in campionato, è finalmente cristallina, di una Lazio vecchia maniera, capace di segnare e divertirsi come faceva lo scorso anno. «Ho rivisto la Lazio dello scorso anno – il commento quasi liberatorio di Immobile, autore di una doppietta - per noi questa partita era fondamentale, perché è vero che avevamo vinto tre partite consecutive, ma era importante tornare a farlo nel modo giusto. Io e Caicedo ci completiamo, siamo diversi ma insieme sappiamo giocare bene». L’ecuadoriano, schierato al posto di Luis Alberto nel 35-2, è stato l’uomo in più nella prima settimana da doppio impegno. Decisivo in coppa pur senza segnare, ieri ha sbloccato la partita dopo pochi minuti. «Non mi aspettavo di partire titolare perché la concorrenza è forte – racconta Caicedo - Ho provato un sentimento speciale per l’amore dei tifosi dopo mesi difficili». Sono stati applausi convinti per tutti, strameritati per Milinkovic, l’unico dei tre tenori che non aveva ancora segnato, fino al vocalizzo di ieri. «Mi mancava il gol, anche per una questione di fiducia – ammette il serbo - Sono rimasto qua, potevo andare, ma sono qui, gioco per la Lazio e la mia testa è solo sulla Lazio. Al derby di sabato ancora non penso, ora dobbiamo concentrarci su Udine».
È già in clima derby Simone Inzaghi, che ha fatto i complimenti pubblici al fratello Pippo per la vittoria del suo Bologna contro la Roma. Poi le coccole speciali per Caicedo e Milinkovic. «Felipe aveva fatto una partita incredibile giovedì in coppa, meritava di giocare, credo fortemente in lui. Per me è una soluzione e non un’alternativa. Ci sarà modo di giocare nuovamente con le due punte. A Milinkovic ho cercato di dare continuità perché più gioca e meglio è, gli avevo detto di stare tranquillo e di non pensare alle critiche».