Corriere della Sera (Roma)

Mafia Capitale, carcere duro a Carminati

Il Dipartimen­to per l’amministra­zione penitenzia­ria ha accolto la richiesta della Procura

- di Fulvio Fiano

Massimo Carminati torna al 41 bis, il regime carcerario di massima sicurezza. Il Dap ha disposto la misura restrittiv­a accogliend­o la richiesta della procura di Roma a seguito della condanna in appello dell’ex estremista dei Nar, riconosciu­to come uno dei capi dell’associazio­ne criminale nota come Mafia Capitale. Proprio l’aggravante mafiosa, caduta in primo grado, rende possibile l’applicazio­ne del «carcere duro». Carminati, arrestato con altre 36 persone nel dicembre 2014, era stato condannato in primo grado a 20 anni di carcere al termine di un processo durato oltre 230 udienze. In appello la pena è scesa a 14 anni e sei mesi,nonostante il riconoscim­ento di «mafiosità». Una «anomalia» dovuta al fatto che la pena originaria venne calcolata in base alla legge, più severa, vigente al momento dell’arresto. Dopo l’iniziale detenzione a Tolmezzo, il «Nero» era stato trasferito a Parma per un periodo al 41 bis, interrotto però dalla prima sentenza. Oggi è nel carcere di Opera (Milano).

Intanto il maxi processo, che discute le responsabi­lità anche di altre 44 persone arrestate a giugno 2015, non ha ancora esaurito il percorso. Oltre ad alcuni altri stralci già arrivati a sentenza, è da poco cominciato il terzo troncone principale, quello che vede imputato anche l’ex sindaco Gianni Alemanno con l’accusa di corruzione e finanziame­nto illecito ai partiti.

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