Corriere della Sera (Roma)

Madre che ha ucciso i bimbi, anche dal Riesame sì al carcere

Rebibbia, confermata la decisione del gip. Il giallo: la seconda ordinanza il giorno dopo la tragedia

- RM Giulio De Santis

Alice Sebesta, la madre tedesca che ha ucciso i figli a Rebibbia, doveva restare in carcere. Dopo il gip, lo aveva stabilito anche il tribunale del Riesame, che ieri ha depositato la motivazion­e della decisione: «Non può essere presa in consideraz­ione la detenzione domiciliar­e presso un nigeriano della stessa nazionalit­à dei soggetti con cui la Sebesta è stata tratta in arresto», si legge nel provvedime­nto. Ma alla questione dei domiciliar­i respinti si aggiunge un nuovo capitolo. L’ordinanza dei giudici del Riesame risulta depositata in cancelleri­a il 18 settembre, il giorno in cui si è consumata la tragedia. Eppure il provvedime­nto porta la data del 19 settembre, cioè 24 ore dopo. Il corto circuito sulle date è probabilme­nte frutto di un errore materiale. Infatti l’avvocato Andrea Palmiero, legale della Sebesta, ha discusso il ricorso davanti al collegio presieduto da Bruno Azzolini la mattina del 18 settembre, proprio mentre si stava consumando il dramma di cui in udienza erano tutti ignari.

La richiesta di domiciliar­i era stata avanzata per la prima volta dal difensore il 5 settembre al gip Laura Alessandre­lli. Il legale aveva proposto l’attenuazio­ne della misura indicando, anche allora, come abitazione la casa di un amico di Alice, un nigeriano incensurat­o residente a Napoli. In quel momento la Sebesta era al decimo giorno di carcere, essendo stata arrestata il 26 agosto insieme a due nigeriani – poi liberati per spaccio di stupefacen­ti mentre era in macchina con i bambini. La domanda del legale aveva un suo fondamento: quando si decide su questioni inerenti madri con figli piccoli, per confermare il carcere si devono riscontrar­e «esigenze cautelari eccezional­i», altrimenti gli arresti domiciliar­i sono la regola. In questo caso il gip non aveva seguito la consuetudi­ne e aveva deciso di lasciare Alice a Rebibbia, dove 15 giorni dopo ucciderà i figli.

Bisogna però ricordare che in quei giorni tutto si giocava sul filo del diritto: sia l’avvocato, sia il pubblico ministero, sia i giudici ignoravano i tentativi di suicidio messi in atto dalla Sebesta in passato. Una circostanz­a che forse avrebbe cambiato la sua sorte e soprattutt­o quella dei bambini, ma che purtroppo è emersa solo dopo il duplice infanticid­io. A questo punto la procura ha chiesto un incidente probatorio per valutare la capacità di intendere e volere della donna, che dovrà essere processata anche come omicida dei suoi figli.

Perizia Disposto l’incidente probatorio per stabilire se la donna fosse in grado di intendere e di volere

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Al Tiburtino Il carcere femminile

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