«Quintavalle licenziata? Inaccettabile»
Usb, Orsa e Sicel solidali con la sindacalista Cgil: sì alle denunce, ma ci sono delle regole
In generale sì, i sindacalisti colleghi sono dalla parte di Micaela Quintavalle, la pasionaria del sindacato CambiaMenti licenziata dall’Atac dopo l’intervista alle Iene. «È un attacco frontale nei confronti di tutti i lavoratori e dei sindacati, che restano uno strumento di democrazia interna imprescindibile», si schiera Fabiola Bravi, dirigente dell’Usb. «Il licenziamento è sbagliato - aggiunge -, non ci sono sfumature. Per questo se il sindacato di Micaela organizzerà una qualche iniziativa, noi ci saremo». Chiede invece approfondimenti e verifiche la Cgil: «La denuncia, se costruttiva, è certamente da sostenere – chiarisce Daniele Fuligni della Filt Cgil –. Il problema, semmai, sono le modalità con cui è stata fatta».
Prende una posizione chiara, con un comunicato ufficiale, l’Usb, che appunto con Fabiola Bravi estende il ragionamento a tutta la categoria: «A questo punto è lecito pensare che tutti potremmo fare la fine di Micaela - ragiona la sindacalista -. Anche noi, come lei, denunciamo quotidianamente guasti e disservizi, e lo facciamo in veste di sindacalisti che è il principale strumento aziendale di tutela dei lavoratori: un provvedimento così estremo come il licenziamento è da interpretare come un attacco al cuore del diritto sindacale, un fatto grave e inaccettabile, chiediamo che l’azienda faccia un passo indietro e subito». In caso contrario, cioè se Atac dovesse insistere, «sosterremo ogni iniziativa a supporto di Micaela».
D’accordo anche Massimo Dionisi, del sindacato Orsa, lo stesso che – a proposito di segnalazioni e denunce – aveva pregato Atac di deviare le linee più pericolose, per esempio a Tor Bella Monaca: «Certo, qua i problemi sono all’ordine del giorno e chi dovrebbe denunciarli se non noi sindacalisti? Il licenziamento è un fatto abnorme, per una lavoratrice e doppiamente per una dirigente sindacale, oltretutto anche la magistratura le ha dato ragione riconoscendo che effettivamente esistono problemi nel ciclo di manutenzioni e ricambi, quindi la licenziano perché ha detto la verità?». Solidarietà a Micaela, allora, e presto «contatteremo CambiaMenti per capire cosa organizzare assieme».
È più cauto, per ragioni tecniche, Daniele Fuligni della Cgil. «Tutti denunciamo e tutti andiamo in tv – premette -, ma il punto è un altro: le modalità, la forma di quell’intervista, erano legittime oppure no? Le denunce, se fondate, vanno sempre difese, vanno però fatte nel quadro delle regole che pure esistono. Quindi approfondiremo la vicenda sotto questo profilo, partendo dalle regole che valgono per tutti».
Infine Claudio De Francesco, segretario regionale Sicel, che esprime «massima solidarietà a Micaela» e rispolvera un precedente: «Ci ricordiamo tutti di Christian Rosso, vero? Anche quell’autista, tempo fa, venne allontanato a causa di un video-denuncia sui mali dell’azienda, poi però l’assessore dell’epoca, Stefano Esposito, almeno lo incontrò e si chiarirono: perché anche l’attuale assessora non fa lo stesso?».