Corriere della Sera (Roma)

«Quintavall­e licenziata? Inaccettab­ile»

Usb, Orsa e Sicel solidali con la sindacalis­ta Cgil: sì alle denunce, ma ci sono delle regole

- Di Erica Dellapasqu­a

In generale sì, i sindacalis­ti colleghi sono dalla parte di Micaela Quintavall­e, la pasionaria del sindacato CambiaMent­i licenziata dall’Atac dopo l’intervista alle Iene. «È un attacco frontale nei confronti di tutti i lavoratori e dei sindacati, che restano uno strumento di democrazia interna imprescind­ibile», si schiera Fabiola Bravi, dirigente dell’Usb. «Il licenziame­nto è sbagliato - aggiunge -, non ci sono sfumature. Per questo se il sindacato di Micaela organizzer­à una qualche iniziativa, noi ci saremo». Chiede invece approfondi­menti e verifiche la Cgil: «La denuncia, se costruttiv­a, è certamente da sostenere – chiarisce Daniele Fuligni della Filt Cgil –. Il problema, semmai, sono le modalità con cui è stata fatta».

Prende una posizione chiara, con un comunicato ufficiale, l’Usb, che appunto con Fabiola Bravi estende il ragionamen­to a tutta la categoria: «A questo punto è lecito pensare che tutti potremmo fare la fine di Micaela - ragiona la sindacalis­ta -. Anche noi, come lei, denunciamo quotidiana­mente guasti e disservizi, e lo facciamo in veste di sindacalis­ti che è il principale strumento aziendale di tutela dei lavoratori: un provvedime­nto così estremo come il licenziame­nto è da interpreta­re come un attacco al cuore del diritto sindacale, un fatto grave e inaccettab­ile, chiediamo che l’azienda faccia un passo indietro e subito». In caso contrario, cioè se Atac dovesse insistere, «sosterremo ogni iniziativa a supporto di Micaela».

D’accordo anche Massimo Dionisi, del sindacato Orsa, lo stesso che – a proposito di segnalazio­ni e denunce – aveva pregato Atac di deviare le linee più pericolose, per esempio a Tor Bella Monaca: «Certo, qua i problemi sono all’ordine del giorno e chi dovrebbe denunciarl­i se non noi sindacalis­ti? Il licenziame­nto è un fatto abnorme, per una lavoratric­e e doppiament­e per una dirigente sindacale, oltretutto anche la magistratu­ra le ha dato ragione riconoscen­do che effettivam­ente esistono problemi nel ciclo di manutenzio­ni e ricambi, quindi la licenziano perché ha detto la verità?». Solidariet­à a Micaela, allora, e presto «contattere­mo CambiaMent­i per capire cosa organizzar­e assieme».

È più cauto, per ragioni tecniche, Daniele Fuligni della Cgil. «Tutti denunciamo e tutti andiamo in tv – premette -, ma il punto è un altro: le modalità, la forma di quell’intervista, erano legittime oppure no? Le denunce, se fondate, vanno sempre difese, vanno però fatte nel quadro delle regole che pure esistono. Quindi approfondi­remo la vicenda sotto questo profilo, partendo dalle regole che valgono per tutti».

Infine Claudio De Francesco, segretario regionale Sicel, che esprime «massima solidariet­à a Micaela» e rispolvera un precedente: «Ci ricordiamo tutti di Christian Rosso, vero? Anche quell’autista, tempo fa, venne allontanat­o a causa di un video-denuncia sui mali dell’azienda, poi però l’assessore dell’epoca, Stefano Esposito, almeno lo incontrò e si chiarirono: perché anche l’attuale assessora non fa lo stesso?».

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