Tavolini abusivi Chiusi 219 locali nel centro storico
Bar e ristoranti: bilancio record di un anno di controlli contro i «furbetti» nelle strade
Tremila controlli in bar e ristoranti, mille sanzioni e 219 chiusure temporanee di ristoranti e bar decise in Centro per abusivismo commerciale in un anno (da maggio 2017 allo stesso mese di quest’anno). In 271 casi è stato disposto di togliere i tavolini e gli arredi sistemati illegalmente su marciapiedi e strade e ripristinare lo stato dei luoghi. I provvedimenti sono stati promossi dal I Municipio e dai vigili urbani nell’ambito di una lunga battaglia per la legalità contro «tavolino selvaggio». L’assessore al Commercio del I Municipio, Tatiana Campioni: «Aumenteremo i giorni di chiusura in caso di recidiva».
Tremila controlli, mille sanzioni e 219 chiusure temporanee di ristoranti e bar decise in Centro per abusivismo commerciale in un anno (da maggio 2017 allo stesso mese di quest’anno). In altri 271 casi è stato disposto di togliere i tavolini e gli arredi sistemati illegalmente su marciapiedi e strade e ripristinare lo stato dei luoghi. I provvedimenti sono stati promossi dal I Municipio e dai vigili urbani nell’ambito di una lunga battaglia per la legalità contro «tavolino selvaggio», un fenomeno strisciante che sistematicamente dilaga appena su marciapiedi, strade e piazze la vigilanza della polizia locale si attenua. Soprattutto se si pensa che i ristoratori pagano al Comune 78 centesimi al metro quadrato per gli arredi esterni.
«Dopo via della Pace, via Nicola Salvi e largo Venosta – spiega l’assessore al Commercio del I Municipio, Tatiana Campioni – saranno approvati a brevissimo i “piani di massima occupabilità” (che fissano gli spazi esterni di ristoranti e bar soprattutto a tutela di aree di pregio storico e monumentale, ndr) per via del Pellegrino, via dei Baullari, via della Scrofa, via Luca della Robbia e via del Buon Consiglio, e prevediamo anche di aumentare i giorni di chiusura in caso di recidiva». Il Municipio, col suo ultimo dossier, vuole dimostrare che la battaglia per il rispetto delle regole, in particolare nei luoghi ricchi di monumenti, non accenna a diminuire. Anzi: dall’inizio dell’anno sono state eseguite 60 rimozioni-demolizioni di abusi su suolo pubblico, come i gazebo in via Veneto e poi, tra maggio 2017 e lo stesso mese del 2018, i vigili hanno chiuso per periodi in media di 3-5 giorni 219 locali.
Altro tema preoccupante è l’abusivismo edilizio: sempre nello stesso arco di tempo sono 226 i provvedimenti di sospensione dei lavori e 96 di ripristino dello stato dei luoghi. E in parallelo, gli agenti della municipale hanno scoperto durante i 3 mila controlli fatti fino a agosto scorso, 1.000 casi di tavolini più numerosi di quelli autorizzati o locali privi di permesso finendo per comminare altrettante sanzioni. Inoltre il I municipio e la polizia locale hanno promosso 150 provvedimenti di chiusura, dei quali 5 in via del Governo Vecchio, 4 in via della Croce, 3 in via della Pace, 9 in via di Tor Millina. Stesse strade e stessi ristoranti che, nel dubbio, si presentano al Tar e in qualche caso – come in via di Tor Millina, riconosciuta pedonale quindi «occupabile» dai tavolini – hanno vinto il ricorso.
Intanto non si placa il dibattito sulle occupazioni di suolo pubblico nel cuore della città dopo il caso della libreria Otherwise in via del Governo Vecchio (5 giorni di chiusura per l’esposizione abusiva in strada di libri). Anche perché, il giorno dopo, lì
vicino, sempre per occupazione abusiva è stata chiusa anche «La Montecarlo», la pizzeria nella quale il premier Giuseppe Conte è andato a festeggiare la nomina a Palazzo Chigi. E poi perché, in quell’occasione, davanti alle polemiche sulle chiusure – ma come, la paccottiglia sì e i libri no? – la polizia e il I Municipio si sono difesi documentando un lavoro enorme. In via del Governo Vecchio comunque emerge una chiara contraddizione: la libreria (ora riaperta) per regolamento non può ottenere la concessione di suolo pubblico, autorizzabile soltanto per attività di somministrazione. Alessandro Alessandroni dell’associazione librai italiani taglia corto: «Sarebbe ora di mettersi al lavoro per far sì che anche una libreria, e non solo un bar, possa ottenere questa concessione». Nel frattempo i controlli proseguono.