COLMARE UN DIVARIO EVIDENTE
«Roma è la città più bella del mondo. Le antichità, i palazzi rinascimentali, le chiese barocche…», dice al Corriere Mary Beard, grande archeologa di Oxford. Le sue parole sono miele per una città che vive ogni giorno i suoi mille guai. Quali? Ognuno scelga: io detesto di più le buche, tu l’immondizia, quell’altro il traffico. Ma Roma oggi è questo: uno strano mix di amore e odio. Accanto alla classicità, ai tesori inestimabili - talvolta però malconci - che ci rendono «la più bella città del mondo», vi sono non solo i guai che dicevamo ma anche alcune insufficienze cosiddette di prospettiva. Che cosa sarà la Capitale tra vent’anni? Riusciremo a colmare il divario che ci separa dalle altre capitali europee? Guardare avanti significa dare servizi e speranze ai cittadini più giovani. Rendere facile la vita a chi ha un sogno, offrire infrastrutture adeguate, collegamenti, connessioni col mondo migliore. Tra mille difficoltà Roma sta diventando attrattiva per alcune multinazionali che qui hanno deciso di spostare i loro uffici. Ma la connettività italiana, non solo romana, è ancora insufficiente per una competizione globale. Ben venga quindi la sperimentazione del 5G - il più avanzato sistema di banda larga - avviata da Roma Capitale con importanti partner internazionali. Se sapremo posare rapidamente la prima pietra di questa tecnologia possiamo sperare di restringere in fretta il gap d’infrastruttura che ci separa da tutti gli altrove ben più connessi di noi.