Frah Quintale, «Regardez moi» fra rap e pop
Frah Quintale, rivelazione della scena musicale italiana, live all’Ex-Dogana per Spring Attitude. Racconta: «Canto l’amore e un passato difficile»
Frah Quintale e quel rap ai confini del pop che piace tanto ai giovanissimi. Regardez moi, il brano che dà il titolo all’album ora in tour, ha la freschezza di un nuovo cantautorato: intimità portata alla scoperto, anche se lui ama nascondersi. Occhiali scuri, cappelletto, una testa gonfiabile gigante che in alcune immagini gli copre il volto.
«Ma io non mi nascondo» dice l’eclettico artista, che venerdì all’Ex Dogana per Spring Attitude aprirà il tour invernale con il suo «diario di bordo: canto l’amore e il mio passato difficile. Il disco parla dei treni che ho preso e di quelli che ho perso, di un anno vissuto tra Brescia e Milano e del rapporto amore-odio che si prova con la propria città quando la si lascia per un posto nuovo. Racconto di me e delle persone che sono entrate e uscite dalla mia vita nel giro di 365 giorni, delle relazioni quando sono belle, quando iniziano a complicarsi e quando è così tardi che puoi fare solamente i conti con quello che hai sbagliato. Per farlo, mi servo di ritornelli pop che mantengono l’influenza del rap. Perché io alle etichette sono allergico, e considero positivo che il pop si ramifichi e prenda altre strade. Il pubblico è maturo per questo».
Con 12 milioni di ascolti della sua playlist su Spotify, Frah Quintale caldeggia un nuovo tipo di creazione: «Ho aggiornato continuamente la lista, in attesa del disco, inserendo di volta in volta inediti e richiamando in questo modo l’attenzione. Sono nato a Brescia, e mi sono avvicinato all’hip hop prestissimo, a 11 anni. Mio fratello dipingeva graffiti, io mi dividevo fra l’arte di strada e il free-style. Brescia ha una scena musicale vivissima. Con i Fratelli Quintale nel 2006 e fino al 2014 abbiamo portato avanti un scelta musicale underground ma anche parecchio melodica. Il mio nome? Sono arrivato a sfiorare i 100 chili, ora peso molto meno ma lo conservo per affezione».
Dalle feste studentesche e dai contest di free-style la sua scena s’è allargata all’Italia: «Il Veneto e l’Emilia soprattutto. Così sono entrato in contatto con Emis Killa, Shade, Nitro. A Roma con Coez, nella stessa etichetta, e con i Colle der Fomento, più vicini di me alle tematiche sociali». Poi? «È successo che ho sentito l’esigenza di portare avanti un percorso solista: disegnando, oltre che scrivendo canzoni. Sono autore delle illustrazioni del disco. Ho un diploma al liceo artistico. La matita mi consente belle fughe!».
La politica? «Ero uno che andava alle manifestazioni, i ragazzi oggi si schierano di meno. Se metti sul piatto della bilancia la Destra e la Sinistra sono sembrano fatte della stessa pasta». Quale? «A contare è soprattutto una bella faccia convincente». Pignolo e attento ai dettagli: di Regardez moi ha voluto anche la versione vinile. E un’edizione limitata di 500 copie da lui disegnate a mano.
Identità
«Il mio nome? Ho sfiorato i 100 chili, adesso peso meno ma lo conservo per affezione»