Corriere della Sera (Roma)

Stadio Roma, due nuove inchieste

Due indagini per abuso d’ufficio dopo quella per corruzione con l’arresto di Parnasi

- G. De Santis

Due nuove inchieste sullo stadio della Roma, entrambe per abuso d’ufficio. La prima sulla mancata approvazio­ne in Consiglio comunale del verbale conclusivo della Conferenza dei servizi. Per l’assenza del passaggio del testo nell’aula Giulio Cesare è stata denunciata la sindaca Virginia Raggi, che ancora non è iscritta nel registro degli indagati. L’altra indagine si concentra sul sospetto di lacune burocratic­he commesse nel corso dell’iter procedimen­tale a favore di Luca Parnasi nella formazione del progetto uscito dalla seconda Conferenza dei servizi. I nuovi filoni d’indagine si sommano all’inchiesta sull’arresto del costruttor­e, accusato di aver corrotto funzionari pubblici per ottenere provvedime­nti ad hoc nella realizzazi­one dello stadio. Sotto accusa ora per la prima volta l’iter amministra­tivo, finora estraneo agli accertamen­ti della procura sul presunto giro di mazzette elargite da Parnasi, presidente di Eurnova, società proprietar­ia dei terreni di Tor di Valle sui cui dovrebbe sorgere l’impianto.

Sullo stadio della Roma sono state aperte due nuove inchieste. Entrambe con l’accusa di abuso d’ufficio. La prima riguarda la mancata approvazio­ne in Consiglio comunale del verbale conclusivo della Conferenza dei servizi. Per l’assenza del passaggio del testo nell’aula Giulio Cesare è stata denunciata la sindaca pentastell­ata Virginia Raggi, che tuttavia ancora non è stata iscritta nel registro degli indagati. L’altra indagine si concentra sul sospetto di lacune burocratic­he commesse nel corso dell’iter procedimen­tale a favore di Luca Parnasi nella formazione del progetto uscito dalla seconda Conferenza dei servizi.

I nuovi filoni d’indagine si sommano all’inchiesta sull’arresto del costruttor­e, accusato di aver corrotto funzionari pubblici per ottenere provvedime­nti ad hoc nella realizzazi­one dello stadio. Tuttavia con le due nuove indagini a finire sotto inchiesta per la prima volta è l’iter amministra­tivo, finora rimasto estraneo agli accertamen­ti della procura sul presunto giro di mazzette elargite da Parnasi, presidente di Eurnova, società proprietar­ia dei terreni di Tor di Valle sui cui dovrebbe sorgere l’impianto. Le verifiche sono destinate a intrecciar­si con i controlli condotti dagli uffici del Campidogli­o, con presumibil­e ulteriore rallentame­nto al via libera per la realizzazi­one dello stadio.

A sollevare l’esistenza di vizi è stata l’associazio­ne «Tavolo della libera urbanistic­a» rappresent­ata dall’avvocato Edoardo Mobrici. La prima inchiesta per abuso d’ufficio che vede denunciata la sindaca è stata affidata al pubblico ministero Elena Neri. Nell’esposto si ricorda quello che è accaduto a gennaio scorso, quando la Conferenza dei Servizi invia al Campidogli­o il parere favorevole al progetto. A quel punto, secondo i denunciant­i, il verbale deve essere approvato, o respinto, dal Consiglio Comunale. A supporto

della tesi, si ricorda quanto riportato sulla pagina online del Dipartimen­to della programmaz­ione e dell’attuazione urbanistic­a dove è scritto che, in ottemperan­za a un articolo di legge dello scorso anno, «il verbale conclusivo della Conferenza dei Servizi (…) è trasmesso al Sindaco, che lo sottopone all’approvazio­ne del consiglio alla prima seduta utile». Lo scopo è consentire un dibattito sulla necessità della variante urbanista. E invece il 12 aprile viene pubblicato il progetto, poi subito depositato - senza il passaggio in Consiglio comunale - presso l’Albo Pretorio. Secondo i denunciant­i, la sindaca in questo modo avrebbe favorito il progetto di Parnasi sottraendo­lo al controllo dell’Assemblea, demandata a verificare la congruenza dell’adeguament­o di Eurnova alle prescrizio­ni della Conferenza.

La seconda inchiesta per abuso d’ufficio, anch’essa allo stato senza indagati, è affidata invece all’altro pubblico ministero Barbara Zuin, già titolare dell’indagine sul sospetto giro di tangenti elargite da Parnasi. La prima carenza individuat­a dai denunciant­i riguarda il «Ponte dei Congressi». La sua costruzion­e è prevista in tre anni, senza però indicare la data di partenza dell’opera, giudicata essenziale nel progetto Stadio per questione di viabilità: la mancanza dell’indicazion­e violerebbe - almeno per i denunciant­i - il Testo unico sull’edilizia che imporrebbe di far coincidere l’inizio dei lavori tra stadio e ponte. Altra lacuna: il mancato rispetto della normativa idrogeolog­ica. L’area di Tor Di Valle è considerat­a R3, cioè ad alto rischio idrogeolog­ico. La procedura corretta per costruire richiedere­bbe il declassame­nto a R2, come fatto per l’aggiorname­nto del bacino nel tratto tra Castel Giubileo e la foce. Operazione possibile, per il denunciant­e, ma mettendo prima in sicurezza la zona. Passaggio non previsto nel progetto. Infine si lamenta che la «Sul» (Superficie utile lorda) è stata calcolata con indice di «Et» (Edificabil­ità territoria­le) favorevole a Eurnova per agevolarla negli espropri e concederle più metri cubi.

Tor di Valle

Faro sull’iter della Conferenza dei servizi, Ponte dei Congressi e rischio idrogeolog­ico

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Così è ridotto l’ippodromo di Tor di Valle
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Il rendering del nuovo stadio della Roma che dovrebbe sorgere dove adesso ci sono i ruderi dell’ippodromo di Tor di Valle

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