«Pochi fondi e nessun programma»
Il presidente dell’Acer a Raggi: studiamo insieme nuove soluzioni
Sull’emergenza abitativa «ci sono pochi fondi e nessuna programmazione». Lo sostiene il presidente dell’Acer, Nicolò Rebecchini, che aggiunge: «Studiamo nuove soluzioni».
L’emergenza abitativa «è un problema che di anno in anno peggiora, perché la politica non vi sta mettendo la giusta attenzione». E «la questione va inquadrata in un progetto molto ampio». Altrimenti, per Nicolò Rebecchini, presidente dell’Acer (Associazione dei costruttori edili romani), «si rischia di alimentare ulteriormente il conflitto sociale. Sono 20 anni che non si fanno politiche abitative, cominciando dal mancato stanziamento di risorse e proseguendo, a livello locale, con la mancanza di programmazione per la messa a disposizione di aree da destinare all’edilizia sociale. Neppure il nuovo Piano Regolatore di Roma le prevede».
Per quanto riguarda i 92 stabili occupati abusivamente «li sgomberi si devono fare trovando un percorso adeguato con le istituzioni e stanziando gli opportuni fondi per risolvere tutte le criticità - auspica Rebecchini - quindi individuando anche situazioni “tampone” per non lasciare tante famiglie in condizioni non degne di un Paese civile».
Per il presidente dei costruttori è quindi necessaria una politica abitativa articolata su un arco temporale di breve, medio e lungo periodo, attraverso la quale prevedere strumenti e strategie per risolvere definitivamente l’emergenza abitativa a Roma. E «una delle prime azioni dell’amministrazione comunale dovrebbe essere quella di effettuare un censimento per verificare i requisiti di chi occupa le case di edilizia residenziale pubblica perché il reddito è cambiato, oppure perché sono diventati proprietari di un immobile».
«In secondo luogo – spiega Rebecchini – si dovrebbero riprendere in mano i Piani di zona della “167”, abbandonati da anni, realizzandovi tra l’altro le abitazioni previste dai programmi finanziati dalla Regione. Sappiamo che il Comune sta lavorando affinché i primi interventi possano trovare avvio entro breve tempo: si tratta, in una prima fase, di circa 500 alloggi su un totale del programma di 5.600».
C’è poi un secondo aspetto che l’Acer vuole evidenziare sui Piani di zona: «Bisogna completare le opere di urbanizzazione dove i cittadini si trovano in forte disagio - chiede Rebecchini -. Da una nostra stima servirebbero circa 100 milioni per risolvere questi “gap” infrastrutturali». Le ultime parole sono rivolte a Virginia Raggi: «Nessuna politica dell’abitare potrà mai essere messa in campo se non c’è un’amministrazione risoluta e coesa che non abbia paura di coinvolgere l’imprenditoria nella ricerca di soluzioni percorribili - osserva Rebecchini - e che sia in grado di metter in moto gli uffici per il conseguimento degli obiettivi. Purtroppo finora tutto ciò non si è verificato».