Gamberale, la prima volta da attrice
Gamberale, scrittrice, al debutto come interprete nel suo romanzo sul palco del Piccolo Eliseo: «È un po’ più di una semplice lettura, devo recitare veramente»
La scrittrice Chiara Gamberale al Piccolo Eliseo, da giovedì a domenica, con «Qualcosa», dal romanzo omonimo dell’autrice romana, per la regia di Roberto Piana. «È un po’ più di una semplice lettura — precisa Gamberale, — devo recitare veramente, una prova che mi fa paura».
La scrittrice Chiara Gamberale per la prima volta nel ruolo di attrice. Succede al Piccolo Eliseo, da giovedì a domenica, con il reading-messinscena di Qualcosa, dal romanzo omonimo dell’autrice romana, con la regia di Roberto Piana. «È un po’ più di una semplice lettura — precisa Gamberale, affiancata in palcoscenico da Fausto Sciarappa e Marcello Spinetta — All’inizio pensavamo a un evento unico, poi il progetto ci è scoppiato in mano: devo recitare veramente, una prova che mi fa paura». Tutto nasce dal successo letterario del libro (Longanesi): una storia narrata come una favola, illustrata dal fumettista Tuono Pettinato, che tratta temi molto reali.
«Il romanzo è stata una scommessa — continua Chiara — sentivo il bisogno di scrivere una fiaba illustrata e, quando l’ho proposto all’editore, mi ha risposto: aiuto! le favole non hanno mercato. Invece abbiamo superato le centomila copie».
Protagonista è Qualcosa di Troppo, figlia del re Qualcosa di Importante e della regina Qualcuna di Noi: «Il personaggio mi somiglia molto, come tutte le protagoniste dei miei romanzi. La principessa rappresenta tutti coloro che credono troppo nell’amore, negli altri, che sono troppo felici o che soffrono troppo. Insomma, coloro che hanno un evidente problema con l’emotività, come sono io. Ma la mia storia, ambientata in un mondo immaginario, ci parla della società di oggi: le nostre manie, le smanie che ci mordono dentro, la superficialità con cui ci relazioniamo, senza mai capire chi siamo, senza quindi la possibilità di crescere, maturare». E infatti il personaggio con cui si confronta la protagonista è il Cavalier Niente, nome che la dice lunga: «È un cavaliere sgradevole, che richiama tutto il vuoto esistenziale, la noia, il non fare... Mentre l’altro mio compagno di scena impersona tutti i miei pretendenti. Alla fine, tra troppo e niente, i due estremi troveranno un compromesso».
Una favola che Gamberale lega a un evento importante della sua vita: «Appena uscì il libro, un anno fa, sono rimasta incinta. Dieci mesi fa è nata Vita, che sto crescendo da sola, perché il papà è fuori, in una città non facile ma che amo molto, Roma, dove sono nata e dove abito... guarda caso proprio davanti al Teatro Eliseo, che ora mi fa debuttare da attrice». Una felice coincidenza: «Assolutamente sì. In verità io sono cresciuta a
Roma Sud, a Poggio Ameno, mi sono trasferita in centro da poco: una zona un po’ faticosa soprattutto per chi ha figli piccoli. Non ci sono marciapiedi liberi dalle auto, i giardini del Colle Oppio che sarebbero bellissimi fanno schifo, sporchi, le altalene rotte... Dalla finestra, però, vedo il Colosseo e mi consolo». Una città faticosa non rispettata prima di tutto dai romani: «Una città violenta anche nelle manifestazioni più semplici.
Vi racconto un aneddoto. Qualche domenica fa mi trovavo in zona Piramide con Vita: la bimba aveva sete, cercavo dell’acqua, entro in un bar che sembrava aperto, ma aveva le luci basse e mi è venuto spontaneo chiedere: siete operativi? Mi viene risposto in malo modo: che non lo vedi? Ci sono rimasta male: perché tanta inutile isteria?».
❞ Una storia narrata come una favola Il personaggio mi somiglia molto, come tutte le protagoniste dei miei romanzi. La principessa rappresenta quelli che credono troppo nell’amore