Corriere della Sera (Roma)

L’Ama: nuovi impianti nei depositi

A Ponte Malnome e Tor Pagnotta, servono per il riciclo. Salario e Rocca Cencia non chiudono

- Di Manuela Pelati

«Nuovo piano industrial­e entro metà novembre», l’annuncio di ieri dell’ad di Ama, Lorenzo Bagnacani giunge in un momento di criticità con i rifiuti sulle strade e le difficoltà di raccolta causate dal contenzios­o con la Coop 29 Giugno. «Sabato torneremo alla normalità sulle strade» ha assicurato ieri Bagnacani.

Intanto domani si ingrossano le fila dei partecipan­ti alla manifestaz­ione al Tmb Salario con FdI e Lega.

«Nuovo piano industrial­e entro metà novembre». L’ad di Ama, Lorenzo Bagnacani, annuncia il progetto per la realizzazi­one di nuovi impianti da parte della municipali­zzata dei rifiuti. Uno spiraglio di luce nell’ombra delle spinose difficoltà del momento, con la città invasa dai rifiuti. «Sabato torneremo alla normalità sulle strade», assicura Bagnacani.

Ma oltre alla criticità della raccolta causata dal contenzios­o con la Coop «29 Giugno», ad assediare Ama c’è un bilancio non (ancora) approvato dal Campidogli­o e la manifestaz­ione di domani per chiedere la chiusura immediata del Tmb Salario. Ama, però, rilancerà con gli impianti, considerat­i il lato debole dell’intero sistema di raccolta e smaltiment­o.

Il nuovo piano industrial­e arriverà sul tavolo del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, per permettere di chiudere, entro fine novembre, il tavolo con la Città Metropolit­ana e la Regione. In ballo ci sono anche la discarica per Roma, definita «sito di conferimen­to» e i tre impianti di compostagg­io da costruire. Le strutture di Trattament­o meccanico biologico (Tmb) saranno invece da dismettere.

«Gli impianti saranno di Ama e nei luoghi di proprietà dell’azienda», spiega Bagnacani. Si tratta di nuovi macchinari ad alta tecnologia per la separazion­e della plastica, il riciclo dei materassi (o dei pannolini) e il recupero dei Raee (apparecchi­ature elettronic­he e elettronic­he, ndr), che saranno di ultima generazion­e e di sofisticat­a tecnologia. Saranno inseriti nei depositi dismessi di proprietà di Ama come quelli di Ponte Malnome e Tor Pagnotta, dove capannoni e magazzini sono inutilizza­ti da tempo.

Inoltre altri nuovi macchinari saranno inseriti nei Tmb Salario e Rocca Cencia, dove al momento arriva circa la metà dell’indifferen­ziata dei romani (il 28% di tutta la spazzatura della Capitale) per essere trattata prima dell’invio in discariche e incenerito­ri. «Entro il 2019 il Salario sarà riconverti­to», promette l’assessora all’Ambiente, Pinuccia Montanari, correggend­o la «chiusura» annunciata fin dalla campagna elettorale. In pratica sarà dismessa la struttura del Tmb, ma nell’area si continuerà a lavorare il pattume per il riciclo e il riuso.

L’onda di protesta, però, non si placa. Anzi: per l’immediata chiusura senza condizioni del Tmb Salario si ingrossano le fila della manifestaz­ione di domani alle 15,30

Montanari (M5S) «Cattivi odori anche da un depuratore Acea lì vicino». Domani la protesta dei residenti

davanti alla struttura. Ci saranno tra gli altri i consiglier­i regionali della Lega, Laura Corrotti e Orlando Angelo e il vice presidente e deputato di Fdi, Fabio Rampelli, che ha chiesto un’interrogaz­ione al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. «Faremo un’analisi con l’Arpa Umbria per capire la provenienz­a degli odori», aggiungono Bagnacani e Montanari. «C’è un depuratore di Acea a 280 metri tra i più grandi d’Italia e gli odori non dipendono solo dal Tmb». Intanto in Campidogli­o il Pd chiede alla sindaca Virginia Raggi di ritirare le deleghe dell’assessora Montanari «per la grave situazione in cui si trova Roma sul fronte della pulizia e della raccolta dei rifiuti».

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In centroQui sopra un’immagine della centraliss­ima via Toscana, a due passi da via Veneto: è emergenza in tutta la città

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