Corriere della Sera (Roma)

Ostia, sfrattato Spada abusivo da dieci anni

Il clan gestiva il racket delle case, cacciati gli inquilini del Comune

- V. Costantini

All’alba Ostia si è svegliata di nuovo tra blindati e divise: oltre cento tra vigili e poliziotti in tenuta anti-sommossa per cacciare Vincenzo Spada, detto «Gnocco»”, dall’appartamen­to di via Ingrao. Il 38enne occupava abusivamen­te la casa da dieci anni insieme alla moglie, Tamara Suleyman, figlia di «Frank l’iracheno», vecchia gloria della Banda della Magliana. Dentro, inferriate alle finestre e arredi di lusso, tra marmi e mobilio costoso.

O esci da solo o con «le gambe verso la porta», da morto in sintesi. Era il motto tradiziona­le degli Spada che negli anni si sono presi le case di Nuova Ostia con minacce e violenze. Era il loro regno e a gestire il racket delle occupazion­i era il boss «Pelè», al secolo Enrico, malato di Hiv e morto in carcere due anni fa. Abitazioni strappate con sangue e terrore agli inquilini, cacciati per un debito di droga o per creare i covi dello spaccio. Un impero di paura e cemento che ieri ha iniziato a crollare con lo sgombero del figlio del capoclan gitano.

All’alba Ostia si è svegliata di nuovo tra blindati e divise: oltre cento tra vigili e poliziotti in tenuta anti-sommossa per cacciare Vincenzo Spada, detto «Gnocco»”, dall’appartamen­to di via Ingrao. Il 38enne occupava abusivamen­te la casa da dieci anni insieme alla moglie, Tamara Suleyman, figlia di «Frank l’iracheno», vecchia gloria della Banda della Magliana. Dentro, inferriate alle finestre e arredi di lusso, tra marmi e mobilio costoso. Gente dal lungo curriculum criminale, pestaggi, spaccio, armi.

Il clan egemone per eccellenza nel quadrilate­ro più degradato del lido di Roma era capace di pilotare la demografia del quartiere: ogni casa era ed è loro, inquilini inclusi. Con i traslochi forzati sub-appaltati ai romeni e le riparazion­i condominia­li gestite dai rom. Il tutto in abitazioni comunali, edilizia pubblica destinata agli ultimi, e invece trasformat­a in business. Gli agenti coordinati dal comandante della polizia locale, Antonio Di Maggio, e dal dirigente del commissari­ato di Ostia, Eugenio Ferraro, hanno anche scoperto che gli occupanti, tutti denunciati, rubavano la corrente elettrica e avevano pure ceduto l’abitazione sottostant­e.

«Prosegue la nostra lotta per ripristina­re la legalità. Non abbassiamo lo sguardo» il commento della sindaca Virginia Raggi, che poi ha espresso solidariet­à alla giornalist­a di Repubblica Federica Angeli, insultata e inseguita durante il blitz dalle donne del clan. Sulla stessa linea il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, plaudendo al lavoro delle forze dell’ordine, ha assicurato impegno per «cacciare

i delinquent­i e restituire gli immobili a chi ne ha diritto». Il blitz è avvenuto il giorno dopo l’intimidazi­one a suon di candelotti contro i genitori di Tamara Ianni, la collaborat­rice di giustizia che ha aiutato a incastrare il clan

proprio per il racket sulle case: ieri, nell’avvio del processo d’appello contro gli Spada, la conferma che la donna continuerà a essere parte civile insieme a Regione, Comune, Libera e Sos Imprese.

Minacce e violenze Abitazioni strappate a chi non pagava i debiti di droga o per creare i covi dello spaccio

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Il blitz Nuova Ostia, nella foto, è ritenuta il feudo degli Spada

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