Rifiuti, rivolta contro gli impianti
L’assessore all’Ambiente (M5S) del XI Municipio contro il Comune. La sindaca mercoledì dal ministro Costa Da Ponte Malnome a Tor Pagnotta, coro di no. E i comitati di zona: «Pronti alle barricate»
Rifiuti, scatta la rivolta dei residenti delle zone in cui, secondo il Campidoglio, dovrebbero sorgere i siti per il trattamento, in strutture Ama già esistenti. Da Ponte Malnome (accanto a Malagrotta) a Tor Pagnotta, i residenti sono sul piede di guerra. E, soprattutto i comitati di quelli residenti nel quadrante attorno alla Cecchignola, sono disposti a tutto: «Pronti a erigere le barricate in strada». L’assessore all’Ambiente (M5S) del XI Municipio, Giacomo Giujusa, insorge contro il Comune: «Scelte concertate altrimenti si tengono l’immondizia». Intanto la sindaca Virginia Raggi incontrerà mercoledì prossimo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa per trovare una soluzione al casopattume nella Capitale.
No, il Municipio non è stato avvisato. E no, non è con questa forma – l’imposizione dall’alto – che si presenta un nuovo impianto. Giacomo Giujusa, assessore all’Ambiente dell’XI Municipio, dove cioè l’Ama vorrebbe realizzare uno dei due nuovi siti «ad alta tecnologia» per superare l’emergenza rifiuti, ammette con semplicità che lui, di questa notizia, non ne sapeva nulla: «L’abbiamo appresa dalla stampa, l’ho saputo così, quindi non ho altre informazioni da dare, né in senso positivo né in senso negativo. Dico solo - aggiunge polemicamente - che tutte queste novità sul territorio, se non le concertiamo con la popolazione, se non le verifichiamo nel dettaglio, se le possono pure tenere in tasca…».
Giujusa, molto vicino al deputato Stefano Vignaroli, anche lui di Malagrotta, prima di diventare assessore coi Cinque stelle era tra i più attivi sostenitori della causa ambientalista di quel quadrante. Tendenza che ha conservato nel tempo, quando per esempio si è trattato di prendere posizione contro l’impianto proposto da Acea o la discarica di amianto sempre in quella zona.
Ecco, oggi c’è in ballo un altro progetto. Ma perché si finisce sempre a Malagrotta? «Noi, ripeto, non abbiamo dettagli su questo piano, di sicuro non siamo stati noi ad aver chiesto una riconversione del genere e anzi, con la consigliera Simona Ficcardi stiamo lavorando in tutt’altro senso. All’idea di realizzare un parco agricolo, anche perché tutti ci ricordiamo che quella zona è a forte rischio idrogeologico e a rischio di incidente rilevante…». Il Municipio ha già chiesto spiegazioni tramite i consiglieri comunali e, adesso, anche l’assessore aspetta risposte.
E poi ci sono i cittadini. «Impianti a Ponte Malnome? Discariche? Sono impazziti?». Appare sinceramente dispiaciuta Angela Sarsi, sempre in prima fila quando si trattava di chiedere la chiusura della discarica di Malagrotta e adesso («C’è da giurarci…») ugualmente sensibile alla novità di un possibile nuovo impianto a Ponte Malnome, proprio nel sito dell’ex inceneritore di rifiuti ospedalieri che ha rappresentato un’altra battaglia dei residenti. «Qua abbiamo già la raffineria, il deposito Eni, l’ex inceneritore, gli impianti di Cerroni più puzzolenti che mai, cos’altro vogliamo aggiungere?», si interroga. «Già Roma è tutta un letamaio, io ho stravotato la Raggi e ho detto di votarla, e adesso, dopo due anni e mezzo, ci ritirano fuori la storia della discarica?».
Secco no anche nella zona dell’altro sito interessato, Tor Pagnotta, dove il comitato di quartiere aspetta ancora i servizi primari: «Qua non abbiamo neanche l’acqua potabile e ci portano altra immondizia?», è stupito Emanuele Belluzzo, presidente del Comitato Tor Pagnotta. «Anche nel nostro quadrante ci sono diversi impianti, e del resto abbiamo già un sito Ama, quando si forma la fila di camion l’aria è irrespirabile», incalza. «Soprattutto – continua Belluzzo – non siamo stati avvisati di nulla, nessuno ci ha contattato per chiederci almeno un parere». E promtette: «Se andranno avanti troveranno le barricate».