Sant’Andrea irraggiungibile, pazienti a piedi
L’unica via di accesso usata per smaltire il traffico sul Gra. «Intervenga il prefetto»
Una mattinata da incubo. Una storia dell’assurdo che va avanti da anni e che ieri ha toccato il suo apice con tre ore di passione, quasi incredibili: pazienti, parenti dei ricoverati, medici e infermieri Sant’Andrea a piedi in ospedale nelle campagne fra via Flaminia e Grottarossa per il blocco totale della strada che porta al pronto soccorso. Il traffico caotico della mattina, dalle 6.30 alle 9.30, sul Raccordo anulare si è in parte riversato su via Giorgio Nicola Papanicolau, l’unica che conduce all’ospedale dalla parte del Gra, dove c’è una rotatoria da sempre utilizzata da chi deve fare inversione di marcia o molto più spesso per oltrepassare gli ingorghi sulla corsia interna.
Un tratto incapace a sostenere un simile flusso di auto, senza contare che la stessa via Papanicolau è in pratica ogni giorno un parcheggio in entrambi i sensi. E così l’attività del Sant’Andrea ha rischiato di andare in tilt. Qualcuno ha postato video sulla Rete, altri hanno affrontato centinaia di metri a piedi. Altri ancora si sono rivolti alle forze dell’ordine. E il commissario straordinario dell’ospedale Giuseppe Caroli ha scritto al prefetto Paola Basilone «affinché si trovi presto una soluzione condivisa che consenta Rotatoria sotto accusa Il tratto di strada di via Papanicolau utilizzata dagli automobilisti per evitare le file sul Raccordo anulare: doveva essere chiusa 8 anni fa (foto Proto) di svolgere con serenità e regolarmente tutte le attività. Abbiamo dovuto scoraggiare quanti incivilmente usano le strade interne dell’ospedale per saltare la fila sulle consolari di accesso alla Capitale. Una situazione insostenibile - aggiunge Caroli - denunciata dalla direzione aziendale dal 2016: l’ospedale da tempo chiede l’intervento delle istituzioni municipali che tuttavia non hanno trovato una soluzione condivisa, nonostante i diversi tavoli tecnici e il finanziamento stanziato dalla Regione per una viabilità alternativa che non incida sul regolare servizio assistenziale reso dall’ospedale». Per un caso fortunato ieri mattina non c’erano ambulanze in arrivo con pazienti gravi, altrimenti si sarebbe rischiata la tragedia. Senza contare i disagi pesanti per quelli più anziani accompagnati a piedi dai parenti a visite mediche non rinviabili. La direzione generale ha deciso intanto che «si procederà con effetto immediato alla chiusura della strada privata del nosocomio a tutti i veicoli non autorizzati e si chiede alla polizia stradale di porre in essere tutte le attività di sorveglianza per garantire la corretta viabilità. All’Anas e all’Astral si chiede invece di apporre sul Gra, in prossimità dell’uscita Sant’Andrea, oltre che su via Cassia e sulle strade consolari di competenza, i cartelli luminosi che indicano che l’ingresso al nosocomio è riservato solo ai veicoli autorizzati e a quelli diretti al pronto soccorso». Per il Sant’Andrea d’altra parte ad aprire la strada è stata proprio la Stradale «alle 8, per far defluire il traffico incolonnato sul Raccordo». E mentre il Codacons annuncia un esposto in procura perché così «si rischia l’omicidio colposo» e la Cisl Fp Lazio accusa Comune e Regione, l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, ribadisce come «la Regione ha da tempo messo a disposizione i fondi per realizzare i lavori necessari» per una nuova viabilità.
Direzione generale «L’Anas segnali sul Raccordo che l’accesso è solo per l’ospedale»
Paradosso
«I fondi della Regione per la nuova viabilità sono rimasti inutilizzati»