E la sindaca mercoledì incontra il ministro Costa per risolvere l’emergenza
Virginia Raggi mercoledì dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Le agende sono sincronizzate da ieri, dopo che la sindaca ha incassato il parere dei tecnici della direzione Rifiuti del ministero sul rimpallo di competenze tra Campidoglio e Regione che, fin dalla chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013, ha paralizzato la gestione del ciclo dell’immondizia nella Capitale. L’appuntamento con Costa dopo la telefonata con cui la sindaca ha energicamente chiesto spiegazioni per quanto stabilito dal ministero sul caso Roma. E cioè una realtà ribaltata rispetto a quella professata dal Campidoglio M5S fin dalla vittoria elettorale nel 2016: tocca a Raggi, attraverso un atto della Città metropolitana, fare la prima mossa per indicare le aree per ospitare una nuova discarica. Dopodiché, in base alle zone indicate dall’ex provincia (nella quale il M5S ha solo la maggioranza relativa) spetterà alla Regione varare il piano.
Di sicuro per due anni e mezzo la diatriba su chi, tra Regione e Comune, dovesse trovare la soluzione per risolvere la (costante) emergenza rifiuti è stata l’asse delle polemiche tra le due amministrazioni. Così, non appena è uscita la verità di Costa, le opposizioni di Raggi sono insorte: «Dopo anni di bugie e balle ora anche il governo “amico” sbugiarda il sindaco di Roma. Raggi inizi a governare e si assuma le proprie responsabilità», la nota del Pd-Lazio. E il governatore Nicola Zingaretti: «Bisogna solo prendere atto che il governo conferma quello che noi sosteniamo da circa tre anni». Ma il M5S non ci sta: in bilico il tecnico del dicastero autore del parere, Mariano Grillo. «Basta giochi sporchi, il ministro ha smentito le fantasiose ricostruzioni, non c’è alcuna tensione con Roma Capitale e nessuna bocciatura», tuonano i deputati grillini Stefano Vignaroli e Paola Nugnes. Mentre il capogruppo dem al Comune Giulio Pelonzi chiede alla sindaca la «rimozione dell’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari».