Battista: Olga e il senso di colpa di Pasternak
Pierluigi Battista porta in teatro il suo libro su autore e protagonista del «Dottor Zivago»
«Quando nel 1965 uscì nelle sale Il Dottor Živago di David Lean, dove il personaggio di Lara, interpretato dalla grande attrice Julie Christie, era ricalcato su di lei, alla povera Olga non fu concesso di vederlo». Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della Sera, racconta stasera alle 20.30 sul palcoscenico del Piccolo Eliseo, tra musica e parole, il suo libro Il senso di colpa del Dottor Živago (edito da La nave di Teseo).
Da tanti anni mi porto dentro questa storia, perché mi piacciono le vicende che riguardano certi intellettuali, i loro intrecci amorosi, politici e quella del poeta e scrittore Boris Pasternak è particolarmente ricca. La sua relazione extraconiugale con la scrittrice Olga Ivinskaja è strettamente legata al suo primo e unico celebre romanzo, dove appunto la protagonista femminile, l’eroina Lara, è totalmente ispirata alla sua amante Olga». Un’amante piuttosto sfortunata. «Moltissimo! Il suo legame con Boris, iniziato nel 1946, le costò più volte la galera nei gulag. L’unico, in verità, a non essere mai veramente perseguitato fu proprio Pasternak, pur avendo scritto un libro che fece molto male al regime sovietico». E infatti non venne pubblicato in Russia: «Feltrinelli lo pubblicò nel 1957 e fu subito un grande successo. Ma quando l’autore vinse il Premio Nobel per la letteratura non poté andarlo a ritirare a Stoccolma. Soltanto molti anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1960, con l’arrivo di Gorbaciov, il suo capolavoro letterario è stato riabilitato e pubblicato anche in patria. Il figlio dello scrittore, Evgenij, si recò in Svezia a ritirare il riconoscimento spettante al padre trent’anni prima e Olga, finalmente, poté vedere il film».
Una trama avvincente, la vita stessa di questi personaggi. «Decisamente melodrammatica - afferma Battista perché dentro c’è un po’ di tutto: amore, odio, letteratura, persecuzione, spionaggio, insomma, sentimenti estremi». Ma perché il «senso di colpa»? «Pasternak è stato certamente un genio, allo stesso tempo un po’ vigliacco e non solo con Olga, che tenne legata a sé facendole oltretutto scontare colpe con il regime sovietico che avrebbe dovuto scontare lui, ma anche con altri intellettuali suoi amici perseguitati da Stalin: non si spese in loro favore e questo comportamento non può non suscitare degli interrogativi. Mi sono chiesto: come mi sarei comportato io al suo posto? Il senso di colpa lo spinse a scrivere il personaggio di Lara, per ripagare in qualche modo la donna che si era sacrificata per lui. E si sa, le grandi opere nascono sempre dalle imperfezioni, dalle oscurità, dagli abissi interiori dei loro autori».