Rifiuti, il no dei sindacati Sciopero il 22
Domani Raggi incontra il ministro Costa sul problema impianti
Salta il tavolo in Prefettura tra Ama e organizzazioni sindacali. Resta dunque confermato lo sciopero del 22 ottobre per il mancato rispetto degli accordi nelle more del bilancio non ancora approvato. Ieri, nel frattempo, nuovo affondo del vicepremier Salvini: «Tutti si aspettano qualcosa in più. La vedo anche io la mondezza, le buche».
Tra cassonetti strapieni e sindacati in fermento, è ancora rovente la polemica sui rifiuti. Domani la sindaca vedrà il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, nella speranza di far passare la linea del «no» a nuovi impianti e ottenere il via libera a smaltire la monnezza dei romani fuori provincia. Nel frattempo, al tavolo di ieri in Prefettura le organizzazioni sindacali di Ama hanno confermato lo sciopero del 22 ottobre: la protesta, oltre all’astensione dal servizio con inevitabili conseguenze per il sistema di raccolta, vedrà i dipendenti sfilare in corteo. A far saltare il negoziato, che il segretario della Fp-Cgil di Roma e Lazio, Natale di Cola, non esita a definire «fumata nerissima» — «la situazione disastrosa dell’azienda», come denunciano le rappresentanze dei lavoratori. L’agitazione, già proclamata per lo scorso 14 settembre, era stata revocata sulla base di trattative che la municipalizzata, finora, non sembra aver rispettato. Nel verbale dell’incontro i sindacati ribadiscono: «La mancata approvazione del bilancio ha ricadute negative sull’equilibrio economico aziendale, sul rapporto con gli istituti di credito che sostengono in termini di finanziamento l’azienda e non permette l’attuazione degli accordi
stipulati con Ama e il Comune». A preoccupare gli addetti al servizio di nettezza urbana è, in particolare, «il problema relativo sia alle assunzioni sia alle possibili privatizzazioni». Una spada di Damocle che, già adesso, «provoca un aumento dei carichi di lavoro e rende insostenibili
anche in termini di sicurezza le condizioni in cui gli operatori si trovano a offrire il servizio sul territorio».
Dall’altra parte della barricata l’Ama «si auspica di poter dar seguito a quanto sottoscritto con i sindacati, confidando nell’approvazione del bilancio da parte di Roma Capitale» (la situazione è ancora ferma insieme al Consolidato dopo che l’assessore alle Partecipate, Gianni Lemmetti, ha bocciato la richiesta dei 18 milioni di crediti vantati da Ama per i servizi cimiteriali).
A surriscaldare il clima, ieri, è stata anche l’ennesima stoccata del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dai microfoni di Rtl 102.5 in risposta a una domanda sull’operato della giunta Raggi: «Tutti si aspettano qualcosa in più. La vedo anche io la mondezza, le buche. In democrazia scelgono i cittadini: non dovete chiedere a me un giudizio ma ai romani, molti dei quali si lamentano. Io giro l’Italia tutti i giorni. Si può fare di più? Sicuramente sì, avoja, certo che sì». Poi il ministro aggiunge: «Sono a disposizione, come con tutti i comuni d’Italia, per quanto riguarda la sicurezza. Ma non posso essere io ad asfaltare le strade e a mettere a posto le scuole». Due settimane fa, il leader del Carroccio aveva già strigliato i pentastellati in Campidoglio: «Ogni giorno in macchina è un rally. La città potrebbe essere più bella, più pulita e ordinata». Raggi aveva replicato attribuendo il caos ai molti cantieri aperti dopo l’inerzia delle amministrazioni precedenti. Ieri il nuovo affondo del vicepremier.