La moglie di Sean Cox contro l’ultrà giallorosso: «Mio marito è paralizzato»
Il colpo di scena è arrivato ieri sera. Secondo la polizia di Liverpool - notizia riportata dalla Bbc - a Roma la settimana scorsa è stato arrestato un terzo tifoso giallorosso per l’aggressione al supporter irlandese dei Reds Sean Cox il 24 aprile scorso davanti all'Anfield Stadium, prima della semifinale di andata di Champions League. Si tratta di un trentenne accusato di aver partecipato al pestaggio e comparso in aula sabato per l’udienza di convalida. Un altro tassello delle indagini congiunte di polizia inglese e italiana sul ferimento di Cox, rimasto in coma per diverse settimane per gravi lesioni alla testa e ora in precarie condizioni, tanto da dover essere trasferito in un centro di riabilitazione in Germania. Domani intanto davanti alla Preston Crown Court è in programma il processo proprio per aggressione al tifoso a Filippo Lombardi, uno dei due ultrà della Roma arrestati ad aprile a Liverpool (l’altro è Daniele Sciusco, condannato a due anni e mezzo per aver preso parte agli scontri). Il giovane si è sempre dichiarato innocente, ammettendo però di essere rimasto coinvolto negli incidenti.
«Mercoledì andrò al processo, voglio vederlo in faccia. Andrò con mio figlio. Sean avrebbe fatto lo stesso per me», ha detto Martina Cox, la moglie del tifoso ferito, in un’intervista pubblicata dall’Indipendent, uno dei più importanti quotidiani irlandesi. «Sappiamo che mio marito non sarà mai più la stessa persona, ma continuiamo a lottare. Faremo di tutto. Per noi - aggiunge Martina - è stato un evento catastrofico che ci ha cambiato la vita. Sean vede doppio, a volte triplo, non riesce a parlare ma capisce tutto. Ha la parte destra del corpo paralizzata». Dopo essere rimasto ricoverato per cinque settimane al Walton Centre di Liverpool, Cox è stato poi trasferito in Irlanda, al National Rehabilitation Centre a Dun Laoghaire. I figli Jack, Shauna ed Emma dormono a turno accanto a lui. E gli amici hanno cominciato una raccolta fondi per pagare le cure che sono molto costose.