TRAFFICO ROMANO IMBARBARITO SPECCHIO DI UN GRAVE DISSESTO
Caro Conti, purtroppo c’era da aspettarselo. Il deterioramento totale nei rapporti sociali si è esteso ora nei rapporti col traffico. Un pullman che investe e uccide uno sfortunato passante sulle strisce pedonali, vandali (ma è riduttivo chiamarli così) che danneggiano i cordoli appena installati in viale Eritrea, una Jeep che travolge e uccide un altro passante. Insomma, i codici della strada e civile, che regolano i rapporti tra le persone in una società organizzata, non contano più nulla, il far west è qui. E tutto ciò grazie al totale disinteresse di chi dovrebbe vigilare e sanzionare incivili e trasgressori. Stefano Chiesa
Da tempo su questo spazio molti lettori segnalano l’imbarbarimento del traffico romano. I sintomi sono noti: sosta selvaggia in doppia e tripla fila, il semaforo rosso che diventa un inutile totem, stuoli di auto blu a sirene spiegate con lampeggianti sempre più sofisticati, una velocità media da Raccordo Anulare sul lungotevere, corso Vittorio, corso Francia, via Cavour. Come spiega assai bene lei, caro lettore, tutto questo è lo specchio spaventosamente eloquente di un città sempre più divisa e inferocita. L’assenza di presidi di controllo continui e affidabili consente che il disastro peggiori ogni giorno. pconti@corriere.it