LETTERE AL CORRIERE
Viabilità
Passeggiata stressante
Passeggiare fa bene a corpo e spirito, se non diventa una gara di sopravvivenza, come ieri. Da via Graf prendiamo la Nomentana, 2/300 metri quasi sprovvisti di marciapiedi, in fila indiana fra auto parcheggiate alla rinfusa, rifiuti e restringimenti improvvisi che ci portano sulla carreggiata centrale, con auto che ci sfiorano e il rischio di essere investiti. Torniamo dal lato opposto ma è uguale: col parco Petroselli sulla sinistra notiamo un grosso rudere, forse romano. Dovrebbe essere importante, vista la tettoia che lo protegge. Ma non ci sono cartelli che spieghino cosa sia. Torniamo stressati dall’incuria e la superficialità con cui si tratta il nostro patrimonio artistico e culturale. Eraldo De Cicco
Campidoglio
«Promesse disattese»
L’amor proprio è un imbroglione che inguaia il malcapitato che finisce per lasciarci le penne, come osservava il grande Balzac. Ecco in sostanza il contesto in cui noi roma- ni ci siamo trovati ascoltando, come facciamo da tempo, le promesse di cambiamento, tutte disattese, della sindaca, che invece si ostina a sostenere che parcheggi in doppia fila, buche, carenze Atac, inadeguatezza dell’Ama, ecc, sono in netto regresso. Si può solo sperare che il 10 novembre l’attesa sentenza Raggi sia di condanna, perché anche se solo di primo grado la sindaca intenderebbe, stando alle sue stesse parole, dimettersi. Antonio Benazzo
Viale del Policlinico
Il semaforo che manca
Segnalo la scarsa visibilità nelle prime ore del mattino e di sera in viale del Policlinico dovuta alla scarsa illuminaco causata dalle foglie degli alberi che coprono le lampade: sono a rischio i pedoni che attraversano. Perché non installare un semaforo pedonale davanti all’ingresso del Policlinico, anche per la presenza del bar prospiciente? Vittorio Calì
Piazza Bologna
«Noi, ancora fra i rifiuti»
Faccio seguito alle mie mail di maggio e giugno, oltre a centinaia di segnalazioni (inutili) all’Ama (telefoniche e sul sito) per ribadire che in via Michele di Lando (piazza Bologna), siamo ancora sommersi dai rifiuti. Di fronte a tale menefreghismo verso i cittadini e a tale incapacità totale di gestire la questione mi chiedo cosa aspetti il sindaco a dimettersi. Ammetta il fallimento e faccia un passo indietro per il bene di Roma. Ormai non ci sono più scuse (tipo «la colpa è dei sindaci precedenti!») né promesse che reggano (tempo scaduto, è ora dei fatti). Rimane solo la rabbia nel vedere Roma ridotta così e la voglia di «cambiamento» (ma non in peggio). Carlo Magistrelli
Atac
«Gli scioperi di chi può»
Non ho mai visto tanti scioperi di un’azienda di trasporti in tutta Italia come in Atac. Evidentemente il personale guadagna molto bene e se lo può permettere. Funziona così bene che, come tanti altri, preferisco affrontare il traffizione in auto. Arrivo prima e sono certo di arrivare. Gio Pelizza
Batteria Nomentana
La saga dei tombini rotti
La saga dei tombini rotti e sconnessi alla Batteria Nomentana è alla quarta puntata. Sono stati riparati 3, forse 4 volte (con la sabbia?) e ora di nuovo il passaggio dei bus (4 linee e 1 doppio, perciò notte e giorno) ha ripreso il fragoroso tamtam e quindi i danni ai mezzi che saltellano sui tombini sconnessi. Certo Atac è messa male e le tocca la riparazione, perché siamo sulla preferenziale (civico 435), ma fare il lavoro 4 volte è follia. Spero ci pensi il Corriere. Mara Felicori