Marcello Mastroianni, vita e carriera in mostra all’Ara Pacis
Dal 26 ottobre all’Ara Pacis una mostra racconta vita e carriera del grande attore
Antidivo e icona al tempo stesso: dal 26 ottobre all’Ara Pacis una mostra racconta Marcello Mastroianni, dagli esordi con Riccardo Freda al sodalizio leggendario con Fellini. Ritratti, scritti, film, testimonianze. Ieri a San Gioacchino i funerali della figlia di Marcello e Flora Carabella, Barbara. Presenti Catherine Deneuve e Renato Zero.
Antidivo e icona al tempo stesso, attore celebrato già in vita come un vero mito, termine straabusato nel linguaggio corrente ma che nel suo caso ci sta tutto. E al mito Marcello Mastroianni è dedicata la mostra che dal 26 ottobre al 17 febbraio occuperà il Museo dell’Ara Pacis. Un profilo in parte inedito di uno dei volti più noti del cinema italiano e internazionale. Ieri anche Catherine Deneuve ai funerali della figlia di Marcello e di Flora Carabella, la costumista Barbara, scomparsa giovedì scorso. Tra i partecipanti Renato Zero.
Promossa da Roma Capitale, coprodotta dalla Cineteca di Bologna e curata dal suo direttore, Gian Luca Farinelli, l’esposizione racconta la lunga carriera di Marcello dagli esordi con Riccardo Freda nel 1948 al sodalizio con il Maestro Cinema, Federico Fellini, di cui Mastroianni divenne un alter ego, e per il quale interpretò film nella leggenda, 8 e ½ e La Dolce Vita su tutti. «Un attore su cui in realtà c’è ancora molto da scoprire. E per andare a fondo nella scoperta — come osserva il curatore Gian Luca Farinelli — dobbiamo tallonare la sua filmografia in quanto specchio della vita».
I ritratti più belli, i cimeli, tracce dei suoi film (oltre cento) e degli spettacoli, un percorso attraverso scritti, testimonianze, recensioni, oltre a un raro apparato fotografico che ritrae l’attore sul palco, vicino agli altri grandi nomi del teatro italiano, da Gassman a Rina Morelli, da Paolo Stoppa a Eleonora Rossi Drago. La mostra muove dalle origini della famiglia, di estrazione popolare, e dall’infanzia in Ciociaria (cosa che lo accomuna agli altri giganti Vittorio De Sica e Nino Manfredi). E prosegue con i primi passi a Cinecittà, dove Marcello ragazzino entra grazie a un pass avuto da parenti che lì gestivano una trattoria: le prime comparsate, fino al primo ruolo importante, in cui è doppiato da Alberto Sordi, quello del vigile in Domenica d’agosto di Luciano Emmer nel 1950. Cinema, ma anche il grande teatro, con Luchino Visconti che lo chiamò nel 1948 per il ruolo di Mitch in Un tram chiamato desiderio di Tennessee Williams. La sera della prima fu il panico, e sarà Vittorio Gassman a tranquillizzarlo.
Tra i cardini dell’esposizione, oltre alla sezione che indaga il rapporto Fellini-Mastroianni (Il lungo viaggio con Fellini), il sodalizio con Sophia Loren, la magnifica coppia di cui Alessandro Blasetti fu il primo a scoprire le potenzialità. La mostra racconta l’intera la carriera dell’attore, fino all’ultima tournée teatrale, Le ultime lune, al film di Manoel de Oliveira Viaggio all’inizio del mondo, uscito postumo, e all’omaggio-ritratto Mi ricordo, sì, io mi ricordo, film testamento girato dalla sua ultima compagna, Anna Maria Tatò.