Corriere della Sera (Roma)

Il pm: «Tangenti per i tavolini da 2 ristorator­i»

La sparatoria del 3 settembre davanti a un’officina ricostruit­a grazie a un video

- G. De Santis

Tangenti dai gestori dei ristoranti «Demo» e «Fish market» del centro storico. È l’accusa del pm a un funzionari­o del I Municipio. La richiesta di processo è anche per i titolari dei due locali e per quello de «La vacca ‘mbriaca», accusato di aver avvertito il dirigente dell’indagine.

Hanno sparato per uccidersi a vicenda. Un regolament­o di conti per debiti pregressi collegati alla gestione comune di uno sfascio in viale Palmiro Togliatti e a contrasti sulla fornitura di pezzi di ricambio per auto. Almeno è finora questo il motivo della spedizione punitiva del 3 settembre scorso nell’officina di gomme Niki Brabus di via Casilina, a Torre Maura, dalla quale è scaturita una sparatoria in mezzo alla gente che solo per un caso non ha provocato vittime, ma ha terrorizza­to passanti e residenti: in tanti si sono rivolti al 112 per segnalare quello che stava accadendo. Unico ferito Filippo Castagna, 52 anni, padre del titolare dell’officina, finito in ospedale, che ha raggiunto da solo in auto, con una ferita a un braccio, ma anche arrestato per aver lui stesso premuto il grilletto contro i rivali.

Ieri i carabinier­i della compagnia Casilina hanno eseguito altre ordinanze di custodia cautelare (4 in carcere e una ai domiciliar­i) emesse proprio nei confronti di questi ultimi, che mancavano all’appello dopo che gli investigat­ori dell’Arma oltre a Castagna, avevano già bloccato il figlio di 23 anni, e un dipendente dell’officina, di 33. Ma quella sparatoria ai primi di settembre – per motivi che non sembrano

collegati a reati, anche se gli accertamen­ti dei carabinier­i sono ancora in corso – ha comunque confermato il fatto che nella Capitale si è tornati a sparare e che portarsi dietro

una pistola per regolare conti non è poi così raro, tanto che, dopo un paio di ulteriori episodi fra settembre e i primi di ottobre, solo venerdì sera un barista di 49 anni, Michele C., è stato ferito da un proiettile esploso da un uomo mascherato entrato nel suo bar in via Giuseppe Manno, all’Appio. Sul caso indagano gli agenti della Squadra mobile che hanno già sentito la vittima per capire le ragioni del ferimento.

I carabinier­i della compagnia Casilina hanno invece arrestato per tentato omicidio Francesco Gadaleta, «Franco il barese», 55 anni, e i figli Luigi ed Alex, di 30 e 20 anni. Decisive per ricostruir­e l’assalto all’officina sono state, oltre alle indagini, le drammatich­e immagini della videosorve­glianza. Frame choc che confermano la scena di un regolament­o di conti in stile sudamerica­no, con il dipendente del gommista colpito in pieno volto da un pugno dai componenti del commando contro i quali, al suo arrivo a bordo di una Smart, Filippo Castagna ha sparato dopo essere stato a sua volta aggredito. A quel punto, come ricostruir­e il giudice per le indagini preliminar­i Laura Alessandre­lli, Luigi Gadaleta ha estratto un’arma con la quale ha tentato di fare fuoco senza riuscirci, cosa che invece ha fatto il fratello minore Alex dopo avergli strappato la pistola dalle mani.

Violenza

In carcere, per ordine del gip, sono finiti i componenti di due nuclei familiari

Colpi di pistola

Un barista all’Appio è rimasto ferito da un proiettile esploso da un uomo mascherato

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La pistola nella mano destra (cerchiata di rosso) di uno degli arrestati

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